Sono passati 4 anni da "Paper Monsters", il debutto solista di Dave Gahan, ed ecco che il frontman dei Depeche Mode ci riprova. E se il primo lavoro non era risultato essere certo un capolavoro, ma anzi un insieme di pezzi inconsistenti e privi di anima per la maggior parte, questo "Hourglass" si rivela essere un "quasi" capolavoro.
E' doveroso fare una promessa, e cioè che aspettarsi un disco diverso in tutto e per tutto da uno qualsiasi dei Depeche è pura follia, soprattutto se si considera l'ego di Dave, intento nel dimostrare al buon vecchio Martin L. Gore che anche lui è in grado di scrivere veri e propri capolavori elettronici. E poi 25 anni di carriera accanto ad un genio come il nostro biondino non possono non averlo influenzato in qualche maniera. Ed è in base a queste considerazioni che questo disco suona molto "depechiano", con buona pace di chi sperava in qualcosa di più personale o di più particolare. Magari in futuro ci sarà spazio per tentare qualche altra direzione sonora...
E' un disco che sprizza classe e anima da tutte le canzoni questo "Hourglass", eccezion fatta per "Miracles", alquanto impalpabile; ma per il resto, ci sono pezzi degni dei migliori dischi dei Depeche Mode a cominciare proprio dall'apertura, "Saw Something", con la sua melodia struggente che accarezza chi ascolta e la voce di Dave ai massimi livelli. Sicuramente uno dei pezzi migliori del disco insieme a "Use You" (sembra uscito dalla session di "S.O.F.A.D.", ritmo trascinante, batteria pesante e ritornello semplicemente strepitoso), "Little Lie" (altro pezzo alla "S.O.F.A.D.", inizio pesantissimo, strofa quasi sussurata e ritornello da cantare a squarciagola: da brividi) e "Endless" (pezzo molto acido, con il basso a dare energia e una grande melodia). Queste 4 canzoni varrebbero da sole l'acquisto, ma in più ci sono pezzi come lo stra-noto singolo "Kingdom" (basso acidissimo), "21 Days" (suoni e melodia s'intrecciano in un'atmosfera molto electro-dark), "Deeper And Deeper" (la più azzardata del disco, ne esce un electro-rock cattivissimo che ricorda per certi versi Marylin Manson) e "Down" (pezzo dal ritornello cupissimo) che non sono assolutamente un riempitivo, tutt'altro, sono di alto livello. Cade un po' di tono solo con la già citata "Miracles" e, in maniera minore, con "Insoluble" un po' ripetitiva, ma non da buttare.
In conclusione, un lavoro fantastico e meno forzato del debutto, più naturale rispetto a "Paper Monsters" nel quale Dave cerca di fare l'introspettivo con troppa insistenza, mentre qui da libero sfogo a tutta la sua creatività e alla sua vitalità valorizzando quello che molti gli invidiano:la sua voce, calda, sensuale e profonda che fa di queste 10 tracce così cupe, elettriche e profondamente sentite un disco semplicemente favoloso.
P.S.: Si consiglia l'ascolto ad alto volume per godere a pieno dei suoni di questo disco. Ce ne sono alcuni molto anni '80 miscelati con altri attualissimi, un'alchimia veramente fantastica, un valore aggiunto di questo disco, che tiene l'ascoltatore incollato alle casse e lo sorprende ogni volta.
voto:4.5/5
GRANDE DAVE!!!
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