Siete stanchi degli abominevoli siparietti proposti dai reality show? Avete voglia di qualcosa che li ridicolizzi ben bene fino alla dissacrazione e all'eviscerazione totale di quella pastosa melassa di falsità, scemenze, palestrati analfabeti, squinziette simil-anoressiche e ragazzetti depressi? Siete pronti ad assistere alla distopica metamorfosi in cartoon di siffatti beceri individui?
"Drawn Together" è l'antidoto ideale alle farse mediatiche dei vari Big Brothers televisivi e non: un decoroso mucchietto di bizzarri personaggi, apparentemente innocui e pacati, serrati in una villa dai graziosi contorni estetici. Fin qui nulla di eccezionalmente stravagante e anormale, ma provate, anche solo per un nanosecondo cronometrato, a varcare i confini della sopracitata palazzina, a bussare alla porta di questi simpatici coinquilini: nel caso in cui riusciate ad uscirne integri vi converrà sicuramente bussare ad un'altra porta, quella del vostro psichiatra di fiducia o di qualunque altro strizzacervelli in circolazione.
Già, poichè i protagonisti di "Drawn Together" sono la perfetta nemesi di tutti i Mickey Mouse comparsi (o meglio "disegnati") sulla faccia della Terra: uno stuolo di amichetti che ruttano, mutano le loro fattezze a loro personale discrezione, esternano sentimenti di affetto e cordialità reciproche (comprendenti botte, orge, inseguimenti, delitti accidentali, passioni, morti & resurrezioni, matrimoni-lampo, istinti sessuali liberamente appagati, profanamenti, rapine e truffe ), fanno sfoggio delle loro (notevoli) emissioni corporali e passeggiano tranquillamente su mondi paralleli e pianeti remoti; una compagnia che si intrufola nella situazioni più fantasiose e rocambolesche, ai limiti della demenza, e ne esce fuori con una dimestichezza ed una originalità tali da far impallidire la mente più contorta e spavalda dell'universo.
In questa sorta di Milano 2 cartoonesca, piacevolmente "libertina" e terribilmente all'avanguardia nelle proprie modalità di vita e nel costume, la compagnia di cui andavo discorrendo in precedenza non è altro che l'alternativa "speculare" alle animazioni più celebri, con la bonarietà e ingenuità dei protagonisti che si trasformano in diabolici difetti e abnormi vizi: abbiamo Captain Hero, un Superman "tarocco" perverso, sadico, anti-eroe e maledettamente licenzioso, Principessa Clara, reginetta simil-disneyana con tanto di tentacoli nelle parti intime ed un caratterino poco regale e raffinato, Ling-Ling, il finto Pikachu scazzoso in eterna combutta con il resto della ciurma, Spanky Ham, delizioso porcellino più affine al trogolo fangoso che alle villette a schiera.
Ma non è finita qui. Che dire allora della sensuale, piccante e ammiccante Foxxy Love, perenne desiderio degli allupati colleghi? E della controparte estetica Toot Braunstein, strambo tentativo di recuperare il mito black&white style di Betty Boop? E del povero Xandir P. Wifflebottom, pseudo-eroe effemminato, vittima del sadismo e dello sberleffo altrui? Ed ancora, dell'ingenuo e bambinesco anti-Spongebob Wooldoor Sockbat, colui che forse si avvicina maggiormente alla "normalità"?
I cartoni animati hanno parecchio da offrire: ci mostrano contemporaneamente mondi fatati e realtà neglette, innescano bonarietà zuccherosa e perfidia malandrina, sanno abolire i difetti dell'umano ma sono anche in grado di iperbolizzarli in un vortice di "perfetta" negatività. L'irripetibile reality show fittizio di "Drawn Together" è probabilmente il coronamento delle cosiddette "bad intentions": la matita di un fumettista può estrapolare distopie più maligne di qualsiasi kolossal cinematografico. La sfida fra la corazzata Disney e l'esercito di South Park, Griffin e Drawn Together è dunque destinata a protrarsi a lungo nella storia della fantasia istituzionalizzata.
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