Tre volte ho consigliato a tre diversi amici di ascoltare "Crash": tutti e tre, prima o poi, l'hanno inserito tra i cinque dischi da portare su un'isola deserta.
Ora - purtroppo, perchè mi piacerebbe davvero - io non possiedo le capacità necessarie per spiegare perchè questo disco sia una gioia; sarebbe solo mortificante provare a stilare un elenco di qualità; pioggie di lodi su questo o quel pezzo renderebbero poca giustizia all'unità indissolubile dell'opera; e allora che fare?
Niente. Spero di avervi lasciato con curiosità sufficiente a farvi abbandonare il tentativo di comprensione di "Crash" tramite l'occhio: qui l'unica via è l'orecchio!
Ci si vede sull'isola deserta...
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