Nel 2003 esce questo quinto volume della serie Troika di David Arkenstone, intitolato "Kingdom of the Sun". Non sono riuscito a trovare molte informazioni in merito, tranne appunto del fatto che si tratti di una serie: il disco però mi sembra interessante e per questo credo che meriti due paroline.

L'album inizia con la traccia "The chariot" un pezzo che definirei "albeggiante", in quanto la chitarra elettrica di A. dipinge melodie serene e calme, inframmezzate da altre melodie acustiche e percussionistiche, su un sottofondo di tastiere sintetizzate. "Sister of the sun" è un pezzo per sintetizzatori, che imitano cori femminili cui poi si aggiungono alcune dolci melodie per vibrafono, tese a rilassare l'ascoltatore. "The messenger" è un pezzo molto ritmato, dominato da una melodia di tastiera epicheggiante, e dalla strumentazione elettronica in sottofondo. Nel finale poi entra "addirittura una batteria acustica... "Goddess of love" è un pezzo abbastanza simile al secondo, tranne per il fatto che qui la melodia è intonata da un triste e malinconico violino, accompagnato dai sinth di Arkenstone. "The warrior", come fa presagire il titolo, è un pezzo molto cupo e caratterizzato dalla presenza dei tamburi tribali e dalla melodia battagliera della tastiera sintetizzata. "The giant" invece è un pezzo più calmo e "spaziale", dominato dall'elettronica e dai tamburi che suonano ancora un ritmo epicheggiante. "The emperor" si muove lentamente, tra le note dei sinth e delle percussioni lente, quasi a farci immaginare le stanze di un fantomatico imperatore.

Sulla stessa scia più o meno è "The blue titan", da segnalare solo per il vibrafono impiegato cui si aggiunge la programmazione elettronica dei suoni fatti al computer... "God of the sea" è un pezzo interrogativo, pieno di dubbi, suonato per sinth e strumenti elettronici, che non aggiunge molto al discorso precedente. Chiudiamo con "God of the shadows", un pezzo assolutamente dominato dall'assenza della melodia, e dal "trionfo" dei suoni elettronici, usati in senso "spaziale" e richiamanti il suono dei famosissimi Tangerine Dream.

In conclusione, "Kingdom of the sun" è un disco che sì, può onestamente mancare alle vostre discografie,ma che forse può piacere agli appassionati del genere (e più onesto di così...)

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