Perché io non lo so voi, magari avete la fortuna di non avere la mia età, di non avere sprecato la vostra vita ascoltando un po' di tutto, e cercando (spesso inutilmente) di capire. Ma tutto, proprio tutto, financo il rap latino, che non sopporto, e che mi perseguita, e che non riesco ad evitare di ascoltare.

Qualche giorno fa pensavo di scrivere un pezzo sulle agnitio. Sapete quelle cose da romanzo d'appendice, quelle robe tipo il medaglione che porti al collo mi ricorda quello che mia mamma mi regalò anni fa, prima che venissi affidato a un orfanatrofio, quelle robe lì. Un pezzo semplice, magari parlando un po' di Season of the Witch, del Piano Bar di Susy, robe così.

Ma non oggi. Oggi c'è qualcos'altro. C'è un ricordo, una mia personale agnitio. Di me stesso, tanti anni fa.

Tanti anni fa, all'incirca nel 1977, un eccezionale e misconosciuto chitarrista blues, a nome David Bromberg, se ne esce con un disco, un disco che ha segnato la mia adolescenza. Quel disco si chiama My Own House.

Ora, non ci vuole una laurea per capirlo. My Own House significa Casa Mia. Casa Mia, che non vuol dire Non Casa Tua. Ma che vuol dire Questo Sono Io. Se vi basta, se vi piace. Se vi interessa. Senza trucchi, senza inganni, senza niente. Casa Mia. Tutto qua.

E io lo so - da sempre - che ci sono cose che sono piantate nella tua testa, specie se hai sprecato la vita ad ascoltare cose, ad ascoltare un po' di tutto, e a cercare (spesso inutilmente) di capire. Cose che nemmeno ti ricordi, che nemmeno sapresti dirne una nota, nemmeno ne ricordi il nome.

E che però, non appena, per caso, saltano fuori, ti salutano, e ti dicono: 'Ciao, siamo qui. Sei tu. Dove cavolo altro ti sei immaginato di essere in tutto questo tempo?'.

Ecco, David Bromberg, To Know Her Is To Love Her.

My Own House.

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