La scena iniziale in cui una eccitata ed eccitante Catherine Ballard (un gran bel pezzo di donna a nome Debora Kara Hunger) poggia in maniera sensuale il suo capezzolo sul freddo metallo di un aereo da turismo in un desolato hangar, è rivelatrice di quello che sarà "Crash", capolavoro assoluto di David Cronenberg.

Quando vidi il film al cinema ricordo che mentre i miei amici alternavano grasse risate e prese per il culo (lo sperma salato? Ahahah... ma a te che gradazione salina ha il tuo seme? Agrodolce, gli rispondeva un altro, me l'ha detto la tua ragazza... ahahhaha) ad espressioni di disgusto alla visione delle leccate delle cicatrici, conseguenza di incidenti d'auto, che tanto amavano fare i protagonisti e, soprattutto, davanti alla scena in cui Vaughan (Elias Koteas) e James Ballard (James Spader), decidono di avere un rapporto omosessuale nell'alcova metallica, deformata dagli urti e puzzolente dello sperma di Vaughan, la stessa auto in cui lo stesso Vaughan aveva assaggiato (anzi, per meglio dire, divorato a giudicare dai segni sul suo corpo) poco tempo prima la moglie di Ballard, io pensai che il film avesse raggiunto il suo scopo.

Le continue e sempre più stravaganti scene di sesso che mettono in atto i personaggi di "Crash", sono, in realtà, dei rapporti a tre, in cui la macchina sembra quasi partecipare all'amplesso sino a unirsi carnalmente con i protagonisti. L'orgasmo non lo si raggiunge in maniera convenzionale ma proprio portando alle estreme conseguenze il congiungimento che vi può essere tra il gelido acciaio ed il calore del corpo umano, quale può verificarsi soltanto attraverso un incidente stradale.

Al di là dei soliti aspetti che caratterizzano questo come gli altri film del regista canadese (la fotografia povera di colori, il pessimismo leopardiano, l'ossessione per gli ambienti clinici e per le mutazioni della carne), "Crash" sembra avere un qualcosa in più, perché realizza in maniera esplicita l'intimo desiderio di voglie sessuali presente in tutti noi sfrondandolo dalle inibizioni umane e mandando a fare in culo la morale tradizionale sul rapporto sessuale, così come ci è stata tramandata dalla dottrina cattolica.

Forse quest'aspetto, pur essendo il più vistoso, non è quello principale (già sento le critiche dei commentatori che mi accusano di superficialità perché il vero senso del film è...ecc. ecc.). Ma, alla fine, ogni volta che guardo "Crash" sono così eccitato che l'unica cosa a cui penso è il momento in cui consumerò il mio rapporto sessuale che, a differenza dei protagonisti di "Crash", è abituale e monogamo.

Che ci volete fare, sono ancora vittima del vecchio retaggio secondo cui la ragazza che ti porti a letto deve essere sempre la stessa quando c'è l'amore.

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