Amore, dolore e morte.

Un brillante scienziato dà vita ad un rivoluzionario macchinario che, nelle intenzioni del suo costruttore, avrebbe dovuto teletrasportare un essere umano da una cabina ad un'altra. I primi tentativi di verificarne la riuscita danno risultati perfetti, ed una grossa bistecca ed un babbuino compiono quel viaggio della materia che eccitava così tanto Seth Brundle. Il passo necessariamente successivo si poteva, dunque, attuare.
Seth, tuttavia, il giorno della verità non aveva fatto i conti con un piccolo intruso che, insieme a lui, era stato smolecolarizzato da una capsula e rimaterializzato nell'altra.
Da quel momento in poi l'incubo non avrà più fine.

Il capolavoro di David Cronenberg è un film opprimente e claustrofobico che ruota intorno alla sgradevole metamorfosi del protagonista, il cui dna viene mischiato con quello di una mosca in quel viaggio spazio-materiale che aveva così tanto sognato percorrere. Le scene sono quasi tutte girate all'interno e, ciò enfatizza ancora di più il senso di turbamento dello spettatore nell'osservare la lenta mutazione di Brundle e i suoi drammi psichici, il suo isolamento esistenziale, il suo conflitto interiore per far vincere la sua parte umana, aiutato in questo anche dall'amore che prova per la giornalista Veronica Quaife.

L'interpretazione di Jeff Goldblum, in questo senso, è magistrale e riesce superlativamente ad incarnare un moderno "Gregor Samsa" nel suo divenire un essere mostruoso e ripugnante, ma con la sua parte razionale che non viene mai meno (egli è scopritore quasi immediato di ciò che gli succede e tenta in tutti i modi fino all'ultimo di bloccare l'irreversibile destino) anche se sopraffatta nel finale dall'istinto dell'insetto.

Cronenberg ci tira un grosso pugno nello stomaco, ma nello stesso tempo ci svela il suo lato più intimo e personale. La lenta ma inesorabile decadenza corporale e mentale del protagonista risulta così angosciante e sofferta, proprio perchè il regista è stato profondamente segnato dalla triste esperienza vissuta nell'infanzia, quando vide lentamente spegnersi il suo povero padre, provato da anni di agonia causata dall'evolversi di un tumore maligno. Da qui naque l'ossessione per la carne, come traspare anche in altri suoi film come "Scanners" e gli "Inseparabili".
Di fronte a tanta sofferenza ed isolamento, nemmeno l'intenso legame sentimentale che lo lega a Veronica riesce a salvarlo, a dimostrazione che nemmeno l'amore può cambiare una fine già scritta nel libro della propria vita, rafforzando, in tal modo, la componente pessimistica tipicamente cronenberghiana che è presente in modo quasi costante in tutte le sue opere.

Rifacimento del film "L'esperimento del Dottor. K" di Neumann, con l'inimitabile Vincent Price, "La Mosca" rappresenta uno dei picchi del genere horror creato non per spaventare, ma per disgustare e, con ciò, far riflettere.
Perché il disgusto piano piano lascia spazio alla pietà fino a sfociare nella commozione.

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