Storia di un caso singolare. Le vicende che hanno portato alla consacrazione su scala globale della socializzazione made in USA: quella che anziché per inclusione, va per esclusività. E l'esclusività si basa sull'esclusione, come ricorda la radice comune della parola.
Esclusione. E' questo il motore della storia dietro al bel film di David Fincher: un nerd informatico in quel di Harvard (distillato della meglio gioventù, americana e non) viene mollato dalla sua ragazza, che da un momento all'altro lo esclude dal suo mondo. La vendetta escogitata per punirla ovviamente è telematica: violando le reti universitarie e condividendone i riservati archivi fotografici, il nerd piazza in rete un giochino per comparare l'una contro l'altra - ex ragazza inclusa - le foto delle studentesse. Seppur insoddisfacente per placare l'amarezza, la trovata innesca una serie di eventi che hanno per protagonisti una serie di personaggi molto emblematici del fenomeno social network: abbiamo i due ricchi gemelli sportivoni che coinvolgono il nerd in un progetto per aiutarli a piacere a quante più ragazze possibili e a trarne anche denaro; abbiamo il compagno di college fedele e un po' sprovveduto che lo aiuta a sviluppare un'idea parallela a quella dei gemelli; abbiamo il perdigiorno viscido e piacione, lesto a far parte del club più esclusivo di tutti, cioè quello dei vincitori, che non esita a spingere il nerd a tradire l'amico. E sullo sfondo una serie di "comparse" che ben rendono l'idea dell'assortimento umano coinvolto: ninfette gelose e pazzoidi, ex-fidanzate sostenute ma incoerenti, e così via. Questi i personaggi che circondano la scena dominata dal nerd conosciuto come Mark Zuckerberg, questi i personaggi che popolano le origini di Facebook. Sì, perché la storia della rete sociale globale più diffusa affonda le radici in una vicenda che per curiosa ironia mescola amarezza, vendetta, slealtà, invidia, insoddisfazione, curiosità, arrivismo.
La sceneggiatura del film è ottima, e così i dialoghi, geniali e serratissimi. Si può dire infatti che la forza di "The Social Network", oltreché nell'attualità del fatto, sta proprio là dove uno penserebbe essere la sua debolezza: è tutto parlato. Il filo conduttore del film, che si muove agilmente lungo sincopati flashback, è il faccia a faccia tra Zuckerberg e i vari avvocati per chiarire sia la truffa ai danni dell'ex socio Eduardo Saverin sia il presunto furto dell'idea alla base del progetto dei gemelli De Winklevoss. Ma il boom di Facebook ha avuto luogo, e la quotazione in borsa è ormai miliardaria.
Ai suoi avversari resta soltanto da raccogliere quelle che sono le briciole sotto al tavolo e rassegnarsi. Intanto, il nerd è riuscito a scagliare la sua maledizione: farci risvegliare tutti insoddisfatti e invidiosi come lui, cercando di integrarsi nell'imperante esclusività davanti allo schermo di un portatile.
Carico i commenti... con calma