"Infinite Jest" - film (quindi finzione) che crea dipendenza, fa dimenticare tutto il resto - stato vegetativo, completa rottura dei legami con la realtà - una trappola - bello l'entertainment americano.
Non esiste più il tempo, la pubblicità s'è presa pure quello.

Quando me ne andrò all'altro mondo (quello dove l'umanità è buona, ovvero Morte, perché non c'è più nessuno), scrivete con un pennarello PANEM ET CIRCENSEM sulla mia tomba. Quel tanto che basta per farci girare come trottole impazzite in un mondo andato in malora dove c'è una netta divisione fra moralità e umanità.

La cosa che più mi è piaciuta di "Infinite Jest" è il prologo del "Re Pallido":

"Di là dalle pianure di flanella, i grafici d'asfalto e gli orizzonti di ruggine sbilenca, e di là dal fiume tabacco sormontato di alberi piangenti e monetine di sole che filtrano l'acqua alla foce, nel punto oltre il frangimento, dove i campi incolti rosolano striduli al caldo antimeridiano: sorgo, farinello, leersia, salsapariglia, cipero, stramonio, menta selvatica (...)
Tutte teste che annuiscono dolcemente a una brezza mattutina che è la morbida mano di una madre sulla guancia. Uno strale di storni scoccato dalle stoppie del frangivento. Il lucore di rugiada che resta lì a svaporare tutto il giorno. Un girasole, altri quattro, uno chino, e lontani cavalli rigidi e immoti come giocattoli. Annuiscono tutti. Suoni elettrici di insetti indaffarati. Sole biondo birra, cielo pallido e volute di cirri così alte da non fare ombra (...)
Guardatevi. intorno. L'orizzonte tremola, informe. Siamo tutti fratelli
."

Non posso parlarvi di questo libro, non per incapacità (non avrei neppure la presunzione di affermare il contrario) ma per una questione d'intimità. Ci sono troppe cose, e io non sono nessun Funes di Borgesiana memoria. E poi, non ne posso più di vedere e sentire tutti parlare di tutto, parlare sempre di mattoni perché David Foster Wallace, pace all'anima sua, piace solo ai muratori. O anche la lunghezza, ma cos'è, volevi morire a 3 anni?

Con tutti i telefonini, con tutte le televisioni e la banda che ci ruota intorno possiamo davvero voltarci verso l'infinito e proclamare "I'm a modern man!" felici, estasiati, in pieno orgasmo tecnologico. Perché per chi crede nel progresso, riesce difficile spiegare come mai io mangio caviale e in altre parti di mondo solo ca. Ma infine, che altro ci resta? O questo o finire in una casa di recupero per tossicodipendeti, belli e depressi, ma comunque moderni.

L'estate dopo che ho letto questo libro, sono andato per sei mesi in montagna. Solo per il gusto di poter vivere un poco, veramente libero. Le nostre città somigliano sempre più a prigioni all'aperto.

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