Non mi aspettavo molto dal concerto di David Gray, un artista che ha fatto il botto con il disco sbagliato ("White Ladder"). Mi sarebbero bastate "Shine" e "Debauchery" (entrambe dal primo disco, "A Century Ends") per perdonargli lo scontato tripudio riservato dai 3.500 spettatori a "Please Forgive Me", un pezzo che con un arrrangiamentoo meno paraculo avrebbe trovato posto in un I-Pod.

Alla fine, pero' sono tornato a casa piangendo almeno fino alla fermata di Hollborn. 

Il buon David, giacca di lana e voce robusta come un cazzotto di Bud Spencer, si era presentato sulla scia dei 17 milioni di dischi venduti (almeno è quello che ho capito dal discorso biascicante della mia vicina del Kent) con "Fugitive", pezzo di apertura del nuovo altalenante "Draw the Line".

La secondogenita "Jackdaw" mi aveva sorpreso a zufolare e agitare le mani perchè, dopo tutto, l'incrocio tra pianoforte e archi è la mia tazza di the, come dicono da queste parti. 

"Sail Away" era il pegno da pagare agli anni del successo, subito zittiti dalla mormorata "Kathleen", altra concessione alla musa un po' lunatica del biascicone gallese.

Poi ha privilegiato gli hooks, tra cui una catarrosa "The One I Love" e una interessante "Slow Motion" acccolta dal mio "uuuuuuuuuuuuh" e basta. Pareva la conoscessi solo io accidentaccio cane. 

L'andazzo è stato questo fino alla fine, ovvero un lungo petting per l'orgasmo da orgia collettiva di "Babylon" di cui ho cantato il ritornello solo perche Gray pareva guardarmi fisso negli occhi.

La cover di Dylan ("Meet Me In The Morning") mi ha fatto sentire un esperto perche la donnina alla mia destra si è meravigliata che conoscessi le parole (in realtà sapevo solo "Barbed Wire", pronunciato "baua-ia").

Arrivo alla fine del primo set speranzoso e ululante per la presenza di Annie Lennox, cappello trasversale e carisma a quintali. Con tre mosse ruba la scena al titolare sulla corale "Full steam Ahead". I due duettano anche su "Sea of Love".

David Gray al piano, guardo l'orologio, manca poco. Sgrano il rosario, grido "Shiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiine"... Il bassista ride e... Parte "Please Forgive Me". Dura dieci minuti. Si spengono le luci e io rimango aggrappato alle transenne. La vicina del Kent mi dà una pacca sulla spalla dicendo che anche se non ha fatto "Shine" e' sato un bel concerto.

Sì, è stato un bel concerto.

Però...

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