David Holmes (classe 1969) è giustamente riconosciuto come uno dei dj più abili e originali in circolazione, specie dopo la pubblicazione della compilation "Come Get it I Got it" e del fantastico "David Holmes presents the Free Association". Prima di "Let's get Killed", datato 1997, il curriculum del nostro comprendeva  solo un paio di singoli techno e un album di poco successo caratterizzato da sonorità ambient e dance, nel quale era già ravvisabile una spiccata propensione per le atmosfere tipiche di certi film americani degli anni 70.

Proprio la passione per la musica cinematografica lo porta a realizzare "Let's Get Killed" -pensato come colonna sonora per un film immaginario- in cui il dj irlandese propone 13 tracce caratterizzate da un eclettico mix di stili ma accomunate tutte da una grande capacità evocativa.

Dopo il breve intro parlato (compaiono tra un brano e l'altro diverse registrazioni effettuate dallo stesso David Holmes in giro per New York) si inizia con "My Mate Paul", che pare uscita da un album dei Propellerheads: splendida unione tra funky breaks e jazz, ritmo coinvolgente, difficile non muoversi. Difficoltà che incontro anche ascoltando il basso cadenzato "Rodney Yates", tra lounge e ambient: una linea trascinante e irresistibile. La title-track, una drum'n'bass catramosa e oscura, pare opera di un Dj Shadow  incaponito su un campionatore intento a remixare Aphex Twin: sono 7 minuti e mezzo che possono finire con l'essere davvero pesanti. Ci sono poi le esilaranti parole dell'astrologo di Washington Square Park -citato nei crediti- a introdurre il celebre loop di "Gritty Shaker" (inserita anche in Ocean's 11) che, se vogliamo, è la traccia più "elettronica" del disco. Tra episodi riusciti, come il dub psichedelico di "Slashers Revenge", e altri decisamente cestinabili (vedi il tema di 007 riarrangiato proprio come farebbe Mark Ronson il fighetto) si arriva alla vera perla, "Don't Die Just Yet": un incedere solenne, fraseggi di chitarre graffianti e archi con tanto di crescendo finale che non può non ricordare Morricone. E del brano originale di Serge Gainsburg, cui appunto questo si ispira, resta ben poco.

L'album certamente non è al livello dei due successivi (l'ultimo non l'ho ancora ascoltato) ma ha permesso a Holmes di farsi conoscere dagli addetti ai lavori che, dopo averlo ascoltato, gli commissionarono la colonna sonora di "Out Of Sight", diretto da Soderbergh. Di lì a "Ocean's 11" il passo è stato breve.

Voto: 3.5

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