Capita il momento, nella vita di tutti gli abitanti della terra vissuti dalla metà del XX secolo in poi che cercano di approcciarsi con il vasto e labirintico mondo della cultura contemporanea, nel quale ci si imbatte in David Lynch. La prima reazione è di sgomento. Ed è uguale per tutti. Poi seguono frustrazione, disorientamento, qualche volta eiaculazione, ma per ciò che ci interessa ci fermiamo allo sgomento per l'essere di fronte a qualcosa che non abbiamo mai visto, nè udito prima, ma che ci attrae, come ci può attrarre una donna complessa, sfuggente, bellissima. Poi si decide di percorrere, nell'affrontare le successive inevitabili ed interminabili disquisizioni sul regista del Montana, una delle tre strade che ci si srotolano davanti. La prima è il rifiuto: non fa per me/troppo cervellotico/mi prende per il culo. La seconda la falsa adorazione: però che immagini/mette i brividi/se ne infischia della trama/è bello perchè incomprensibile. La terza strada è quella percorsa da una categoria di persone che dopo aver visto un film di Lynch sta lì a pensarci per tre giorni, lo riprende in mano una seconda o una terza volta, trova una lampadina spenta sopra la propria testa, la accende e fornisce una propria interpretazione del film. Io non ho seguito la prima strada. E nemmeno la seconda.

Bisogna necessariamente partire dalla constatazione che tutto ciò che accade potrebbe benissimo non essere accaduto e non cambierebbe nulla. Lynch sventra il concetto di trama e quello di realtà. Tutto ciò che interessa è l'uomo, che crea, distrugge, inventa, sogna, cancella, distorce la vita reale, senza per questo arrivare a negare la presenza di una trama o di un senso delle cose: cambia semplicemente il piano prospettico. Il tempo si annienta su una "relatività assoluta": in Strade Perdute il tempo è zero, tutto accade nello stesso istante in cui viene immaginato. La realtà vive in quanto vissuta dall'uomo, così come il sassofonista Fred Madison, protagonista del film, non possiede videocamere o macchine fotografiche, perchè ama rivivere gli istanti della sua vita nel modo in cui se ne ricorda. La gelosia per sua moglie Renee, donna che oltre a possedere un gran sedere pare anche nascondere un passato non del tutto chiaro, conferisce alla sua relazione matrimoniale un aspetto morboso, inquietante, che si esplica nettamente nella di lui impotenza sessuale. Ad accrescere la sua gelosia sono una serie di personaggi altrettanto loschi (ma la cui oscurità può benissimo essere stata partorita dalla mente di Fred) venuti fuori dal passato della donna, come Andy, che invita al suo party californiano da bordo piscina entrambi i coniugi. L'inquietante omino che Fred incontra alla festa è una rappresentazione fisica, un transfert da concetto a persona, della gelosia morbosa del protagonista, che si è già insinuata nei meandri della sua mente, nella sua "casa". L'uomo misterioso chiede a Fred di chiamare casa propria, per dimostrargli che si trova lì nello stesso istante in cui gli è di fronte. Fred telefona e lo strano essere gli risponde da casa Madison, nonostante gli stia davanti in carne ed ossa. Quando Fred cercherà di avere un rapporto sessuale con Renee, vedrà sul viso di lei le sembianze dell'omino della festa: non vedrà altro, in Renee, che la propria gelosia, la propria rabbia, la propria frustazione, la propria impossibilità nel raggiungerla.

I coniugi cominciano intanto a ricevere una serie di strane immagini filmate da anonimi all'interno della propria decadente villa. Fred Madison comincia a volgere spesso la testa verso l'alto, come a richiedere l'aiuto delle forze della ragione che lentamente lo stanno abbandonando. Un gesto che ripeterà spesso nel corso del film. Nell'ultima notte di vaga razionalità, Fred entrando in un oscuro passaggio attraverso le pareti della propria casa arriva a guardare l'ultimo video anonimo ricevuto, nel quale l'immagine, dopo aver percorso i corridoi della sua villa fino alla camera da letto, mostra il sassofonista che ha massacrato e fatto a pezzi il corpo di sua moglie, del quale si ciba in un impeto di bestialità. Si ritrova direttamente in galera per l'uxoricidio. I video naturalmente non sono stati inviati da nessuno. Altro non sono che uno stratagemma della mente del protagonista per arrivare in modo indiretto all'assassinio, come in un sogno nel quale le proprie azioni sono scisse dalla propria volontà (almeno quella a livello conscio). In realtà l'atto di cannibalismo è simbolicamente l'estrema fusione di due corpi, è il possesso di un'altra entità all'interno di se stessi, così come l'uccisione è la possibilità di intervenire sulla vita di un altro essere, di travolgerne l'esistenza. Fred fa a pezzi sua moglie (ma potrebbe anche averlo solo immaginato, è la volontà inconscia che qui conta) per possederne, almeno una volta, l'essenza. Ma non basta.

La sete di Fred non è placata. Nuovi impulsi emergono dal profondo della sua mente, e la costrizione del carcere diventa insopportabile. Per vincerla la mente del protagonista idea un transfert psicologico, grazie al quale Fred si trasforma letteralmente nel giovane meccanico Pete Dayton. Al contrario di Fred, Pete è uno sciupafemmine, nel suo lavoro viene considerato il migliore in città, esplode di potenza sessuale e, soprattutto, è libero. L'obiettivo di Fred-Pete è ora il passato di Renee, la quale a sua volta, nella mente del protagonista, cambia le proprie sembianze attraverso un trasfert, perchè le residue forze razionali nel cervello del protagonista possano accettare il prosieguo della storia. Ora lei è Alice, ed è bionda. E soprattutto, sta con Dick Laurent, un nome già sentito nel corso del film. Questi, la cui morte veniva annunciata a Fred per citofono nei minuti iniziali del film, era un amico di Andy sul quale il protagonista nutriva degli strani presentimenti. Ora eccolo qua, come Fred vuole che sia: uno squallido e cinico gangster grassone, che ha dei giri nel mondo del porno. Pete si occupa della sua auto e, naturalmente, ha una storia di sesso con sua moglie, che ama e, in un certo senso, ha sempre amato. Alice gli racconta del suo passato, di come sia stata costretta con la forza a girare film hard con Dick Laurent. Propone al giovane di rubare dei soldi a casa del suo amico Andy, lo stesso del quale Fred era tanto geloso, ed il piano riesce anche con l'uccisione del padrone di casa. Qui Pete trova una foto che ritrae Renee e Alice (Patricia Arquette bruna e bionda) insieme ed ha un giramento di testa. Sono le prime avvisaglie di una razionalità che cerca di emergere per salvare il protagonista dalla follia totale. I due tuttavia riescono a scappare nel deserto ed a recarsi da un ricettatore, in una casa già visitata da Fred con la mente. Prima di entrarvi, Pete e Alice fanno l'amore ai piedi della macchina, nel deserto, ma all'apice dell'amplesso lei sussurra all'orecchio di lui: "Non mi avrai mai". Pete fallisce laddove Fred era fallito. Non è riuscito a possedere la sua amata e non ci riuscirà mai. L'amore morboso di Fred, un amore assoluto, infinito, si scontra con il muro eretto dalla sua amata, che è essere finito, relativo, mortale. Il fallimento di Fred rispecchia il fallimento della lotta dell'uomo contro la propria natura caduca. L'amore di Fred non è di questo mondo.

Ora Pete non ha più bisogno di esistere. Rialzatosi, le luci dei fanali dell'auto illuminano di nuovo Fred, a cui adesso rimane un unico obiettivo: uccidere Dick Laurent, il suo rivale, reale o immaginario che sia. Non importa. Il ricettatore verso cui Alice stava portando Pete altri non era che il misterioso ometto da noi conosciuto come la personificazione della gelosia. Ed in effetti Fred non può che ripartire da lì per andare a rapire Laurent, il quale viene colpito e infilato nel portabagagli. E' la gelosia, infine, a fornire a Fred l'arma che uccide Dick Laurent. Il protagonista ora, braccato dalla polizia, torna a casa e citofona a se stesso per avvisarsi della morte del rivale. Solo nel finale, dunque, la struttura del film si rivela circolare, con lo stesso evento ad aprire e chiudere la trama. Tutto ciò che è accaduto, nel frattempo, non ha rilevanza temporale: Dick Laurent è morto nello stesso istante in cui il subconscio di Fred ha intrapreso l'oscuro viaggio all'inseguimento del possesso della propria donna. Ma all'uomo non è dato di possedere nulla. Fred riprende il suo viaggio inseguito dalla polizia, ovvero dalla propria razionalità. Si apre, di fronte a lui, una strada nei meandri dell'irrazionale, sulla quale tenterà, con dolce disperazione, di riappropriarsi del proprio infinito.

Carico i commenti...  con calma