Mentre scrivo una città intera degli Stati Uniti sta godendo. Orgasmi puri senza scopare, o fare all’amore se vi sentite più romantici stasera: stanno semplicemente guardando la tv. E poco importa che i loro Cavs abbiano pure perso! Lo zoom sul "prescelto", (un bel nomignolo che ora ha il sapore di una gag esilarante), li rende così euforici. Pugno sul mento mentre sta ancora cercando di capire come diavolo hanno fatto quei 4 vecchiacci a rifilargli la seconda sconfitta in due partite. Se la prima ci poteva stare, questa fa un male cane. Una grattata all’orecchio: si sta chiedendo se quella presa quest‘estate non sia stata forse la cazzata più grande che potesse fare. E io, che tifo per quell’acida e bastarda squadra bianco-verde, godo copiosamente e me ne vado al cinema leggero, con passo elastico. Soddisfatto.

Un graffio profondo, lungo 100 minuti. Nemmeno il tempo di metterci su una mano e pare di avere bucato una busta piena di plasma appiccicoso. Che lascia il segno per quanto sapone si voglia provare a sprecare.

Occhi veloci, furtivi e spietati. Uno sguardo sempre rivolto indietro, un orecchio teso verso un silenzio inquietante alla continua ricerca di un rumore soffuso ed ovattato per essere pronti a scappare. Un muoversi nella penombra, un camminare guardingo sul terreno dissestato, attenti a non calpestare quel qualcosa che possa rompere il fragile equilibro e trasformare il tutto in una lotta senza regole. Prede braccate, o meglio predatori che si sentono per la prima volta minacciati; situazione davvero anomala per chi la paura non l‘ha mai potuta palesare, sebbene ci abbia convissuto per anni. La vita nel branco è così. Non ci sono pacche sulle spalle e comprensioni per una perdita dolorosa. Può anche causare scoramento e dolore profondo, ma solo per un momento. Poi si deve fare quello che è giusto per salvaguardare il nucleo: quello che ne resta. Vendetta. Furente, immediata, spropositata ed assurda. E in tutto questo arriva l’imprevisto. Il cucciolo che spaurito e disorientato entra nel branco accolto con generica freddezza e sospetto. Ne studia le regole, le impara, ne assapora la durezza fino al dolore più estremo per poi scoprire di essere un capo. Un film animalesco. Fatto di violenza pura, amore marcio, dialoghi scarni, attori vertiginosi e tanta Australia selvaggia.

Davvero ve ne frega qualcosa del nome del regista o degli attori? Se è così, ho davvero speso male il mio ed il vostro tempo.

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