«Che, l'hai sentita Patti Smith, la poetessa del punk?»

«Vaffanculo Patti Smith!»

«Ma allora un gruppo avanti come i Talking Heads, che mi dici dei Talking Heads?»

«Vaffanculo pure i Talking Heads!»

«Ho capito, non ti piace il punk da scuola dell'arte, sei un tipo alla Ramones.»

«Hai capito tutto, neno, vaffanculo i Ramones!»

«Dai, i Ramones sono la cosa nuova, li ho visti al CBGB's la scorsa settimana, sono grandiosi.»

«Sai cosa? Vaffanculo il CBGB's, tu e tutti i gonzi che lo frequentano. E tanto che ci sono, vaffanculo il Max's e vaffanculo Wayne County.»

«Ma è perché sei rimasto ai sessanta? Sei ancora fermo al proto-punk?»

«Ecco, bravo, vaffanculo i New York Dolls, sopra ogni altro vaffanculo quel tossico del cazzo di Thunders e vaffanculo tutti gli Heartbreakers.»

«Ci sono! Sei di quelli che il punk lo hanno inventato i Pistols.»

«Vedi che ci sei arrivato pure tu? Vaffanculo i Sex Pistols!»

Ecco cosa è «King of Punk», il più solenne e al contempo sboccato vaffanculo vomitato in faccia alla scena punk di ogni luogo ed epoca, da San Francisco a New York a Londra a Sidney.

Lo sboccato è tale David Peel, no, non il diggei, quello è John, e non sono neppure lontanissimi parenti.

Impossibile da definire, qualcuno ci ha provato buttando là hippie, qualcun altro fenomeno da baraccone: a me pare uno dei Fugs in libera uscita, con la differenza che quelli fanculizzano il congresso, David fanculizza mezzo mondo.

Nel 1978, non si trattiene più e manda affanculo il cadavere del punk ed è il gesto più punk – nel senso di oltraggioso, irriverente – che si può immaginare. Come se, alle esequie del caro estinto, ad una certa si fa avanti dal banco uno che inizia a spalare merda in quantità industriale sulla bara che sta li davanti a lui, tutti sono impietriti, qualcuno chiama la forza dell'ordine che lo porta via tra gli sguardi ora inorriditi ora pietosi per affidarlo alla cura del più vicino centro di riabilitazione mentale e poi ogni cosa svanisce nel nulla come un sogno ad occhi aperti.

Insomma, David si proclama il re del punk come Willie Dixon si proclama il blues, ci può stare.

Perché David è uno di quelli che il movimento punk se l'è inventato, dando ragione a chi sostiene che il punk è solo un hippie coi capelli un tantino più corti: quando canta e suona in mezzo a Washington Square Park ed ogni giorno che viene in terra gli si parano davanti Jeffrey, John, Douglas e Thomas e quelli nemmeno si conoscono e meno che mai se lo sognano che saranno battezzati fratelli; oppure quando, con «American Revolution», lastrica una strada d'oro per gente come New York Dolls e Dictators e quelli mandano tutto a puttane.

E se qualcuno sostiene che «King of Punk», che apre, sono sette-minuti-sette di vaffanculo distribuiti a destra e a manca con ovvio piglio regale e ribaditi in «Punk Rock», qualcuno sostiere pure che «Who Killed Brian Jones», che chiude, sono oltre undici minuti di sano complottismo sulla morte di Brian Jones che viene affogato da qualche prezzolato al soldo di Jagger e Richards che tanto lo vogliono fuori dal gruppo perché non gli piace come suona e non gli piace come agisce e allora se ne sbarazzano per prendere in mano le redini dei Rolling Stones e diventare i padroni del mondo, più o meno. In mezzo, le tirate tanto care a David sulla CIA e come manipola il libero pensiero e lava il cervello – di cui sono emblema «Uptight Manhattan», «The Master Race» e «He's Called a Cop» – le odi sempiterne alla marijuana e scampoli di quella che chiamano contro-cultura. Io mi fido ciecamente, perché cosa canta David non lo capisco proprio ed i testi delle canzoni di questo album sono più difficili da scovare del santo Graal.

Poi, se David è un genio oppure un buffone, passato con disinvoltura dalla Elektra alla Apple senza cavare un ragno dal buco, che dà fuori di matto quando si vede sorpassato a destra da frotte di finti rivoluzionari senza arte né parte e così indossa i loro stessi abiti solo per il gusto di vomitarci sopra di tutto, questo non ne ho la più la pallida idea nemmeno oggi.

Solo che, quando qualche anno fa è passato il feretro regale, mi sono rispettosamente inchinato.

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