Come sempre Sylvian riesce a fare centro.
“Approaching Silence” è un Album di grande spessore ma molto difficile nell’ascolto e nell’interpretazione. Composto ed eseguito con la collaborazione di grandi come Frank Perry e Robert Fripp.
Tre brani: “The Beekeeper’s Apprentice” (33 minuti) - “Epiphany” (2 minuti e 30 secondi) – “Approaching silence” (38 minuti).
Nella prima e nella terza traccia, oltre all’influenza della musica tibetana, la lunghezza di atonica melodia rappresenta una sospensione palese tra il tempo, l’organico e la natura, praticamente un’alchimia di struttura ambientale vigente nella filosofia Zen. Campanelli, gong, tastiere ed archi a estensione lenta si incrociano creando dei suoni freddi e levigati. Mentre la seconda traccia è brevissima, è di fondamentale importanza come intervallo tra l’ascolto del primo e il terzo brano ed è abbozzata da voci soavi leggiadre quasi impercettibili.
“Approaching Silence” è una miscelazione d’espressione artistica, il suono sfora nell’impalpabile nonché irraggiungibile infinito. I sintetizzatori creano suoni spirituali e suggestivi con lo scopo di voler attraversare il silenzio accarezzando la materia che lo circonda. Come insegna la scuola Zen, questo è un viaggio misterioso tra spazio e tempo che Sylvian vuole descrivere come un connubio tra caos e pace, tra vita reale e vita astratta, cercando il lato positivo di ogni situazione.
In parole “semplici” questo Album è un esercizio di meditazione per trovare la parte migliore di ciò che amaramente e stupidamente si disprezza (naturalmente questo vale anche per l’interpretazione di "Approaching Silence") difficile vero?
La definirei un’esperienza meravigliosa, come sempre.
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