L'algido e altero Sylvian, sempre più arroccato nella sua torre di presunzione e sempre più avaro di concessioni agli irriducibili fans, pubblica una sorta di raccolta che abbraccia circa un decennio di collaborazioni a vario titolo con amici e colleghi: "Sleepwalkers", la intitola. I sonnambuli. Ovvero coloro che sospesi tra lo stato di veglia e quello di sonno, si aggirano catatonici nella zona d'ombra dove - sembra dire Sylvian - si annidano le visioni sconosciute ai non-sonnambuli.
In copertina una creatura femminile dai lineamenti primevi, mascherata di nero, con le treccine da teenager e i capezzoli al vento, ci guarda imperscrutabile.
Sensuale e trasognato come al solito, l'ex-Japan sceglie a sua discrezione una quindicina di tracce altrimenti irrecuperabili; o meglio rintracciabili attraverso un lavoro di filologia collezionistica che solo pochi avrebbero avuto tempo di svolgere. Tutto sommato un mosaico variegato che riassume un po' i sentori e le atmosfere che hanno permeato la vita dell'artista, dando buona misura della gente di cui si è circondato e a cui ha dato fiducia.
Dalla collaborazione con Sakamoto (suo vecchio aguzzino cinematografico) si appunta "World Citizen - I Won't Be Disappointed", pubblicata su Ep nel 2003 in Giappone e poi l'anno successivo dalla Samadhisound.
E poi... "Pure Genius", scritta con Chris Vrenna (ex-membro dei Nine Inch Nails), pezzo dai risvolti oscuri; "Sugarfuel", scritta con Jean-Philippe Verdin, aka Readymade FC. E ancora... "The World Is Everything", dal libro-cd omonimo; "Exir/Delete" ispirata e costruita attraverso suoni di Tagaci Masakatsu; "Trauma" che era uno scarto di "Blemish".
Insomma, una perla per gli esegeti che continuano ad inchinarsi allo sfuggente profilo del biondo musicista, un di più per tutti gli altri che se certo ieri avevano apprezzato lavori come "Secret of the beehive", oggi non sono disposti a spendere denari per un ogetto da cultori.
Resta visibile la patina di snobismo che Sylvian spruzza sui suoi dischi, con la premessa scostante che ciò che lui fa non è per tutti e se ne fa un vanto. E' un modus distaccato che ne ha decretato in parte la fortuna, in parte la sventura. Di fatto la sua figura è rimasta ai margini della scena più per spocchia che per reale peso di contenuti. Ottima voce, per carità. Ma continuo a credere che si tratti di un personaggio sopravvalutato.
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