"La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, ke si libra e si rigira nell'aria per poi scendere ondeggiando al suolo. Ma altri , pochi, sono come stelle fisse che vanno per un loro corso preciso e non vi è vento che li sfiori poichè hanno in se stessi la loro legge e il loro cammino" H. Hesse "Siddharta"

I pomeriggi estivi dinnanzi un tramonto immortale, sembrano dar senso alla vita.. Quindi la nostra, è un'esistenza che può essere valorizzata con ciò che non è concreto ? Io credo di si credo che ogni minimo dettaglio anche il più semplice è forse la salvezza, delle nostre paure e delle nostre lacrime.
È anche oggi un giorno estivo e il silenzio della natura vien sconvolto da suoni mistici ritmi tribali, molto lenti. Sembra tanto il tocco di S. Jansen e... delle atmosfere oniriche create languidamente da una tastiera, avvolgono i nostri sensi, nel modo in cui il mare, inonda, col il porprio ardore, le rive delle spiagge.

Questo invece sembra tanto il tocco di Sylvian un dolce filosofo/poeta, che con le note di "Acient evening" trattiene i nostri animi in giardini orientali, adornati dallo splendore, della bellezza serale.
Un flauto arabo viaggia paripasso con queste atmosfere tanto oniriche tanto meravigliose, che solo all'idea di non poterle toccare vien voglia di piangere, vorremmo tanto rimanere accanto a questo susseguirsi di voci e di petali che danzano attorno ai nostri corpi come dolci seduttrici. Una lontana voce femminile canta parole mai sentite forse versi, già solo versi uniti alla purezza di questa melodia. La sera continua ad infittirsi in questo giardino delle meditazioni; l'acqua scorre a pena in una cascata poco lontana dal nostro udito...

Ed ecco tutto d'un tratto i ritmi tribali sono ora più duri e veloci i tocchi delle tastiere sono immediati, finchè percussioni e atmosfere si uniscono con l'incantevole suono di una tromba che apre il secondo brano "Incantion". Definito da colori vari "Incantion" è appunto l'incanto che si sussegue dopo la meditazione di "Acient evening" ricco di particolari orientali e occidentali. Sylvian non è più quel dandy romantico ne il buon allievo di Sakamoto, bensì è un colto filosofo orientale, che però in "Words with the shaman" non si perde mai nella barocca musica new age. Ed è questo il tratto del nostro artista che anche senza cantare o spaer suonare virtuosamente uno strumento, da vita ad arte "concreta" bellissima ma mai fine a se stessa.
Il terzo e ultimo brano dell'ep è "Awakening" sempre più ritmato percussioni e tromba (ri)divengono orientali le tastiere sperimentano suoni fragili et etnici. Sicuramente questa è l'apoteosi culminante del vero Sylvian una vivacità di suoni e sperimentazioni, tratti arabi giapponesi ed etnici, fanno si che "Awakening" dipinga una gloriosa festa Buddhista consacrata in onore della loro filosofia. Danze tibetane lunghe scie di movimenti pieni di forza e bellezza interiore.

Un disco di forse 15 minuti per un totale di tre brani, sembrerà poco ? Sentitelo e saprete rispondervi poichè non è la quantità ma la qualità che conta.

"....Un uomo sospeso nella bellezza del suo volto bello come la luna, dagli occhi itnensi di emozioni e grandezza... Un uomo che non ondeggierà mai come una foglia al suolo...." David Sylvian.

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