Girogiro tondo casca il mondo...

Walter (magistralmente interpretato da Valerio Mastandrea) è un outsider disilluso nei confronti della vita, senza obiettivi di carriera, non ha successo con le donne (qui ritratte come esseri insensibili e pronti a tutto pur di apparire), senza ideali, pressoché svuotato dal solito tran tran mattutino che vede orde di squali in ventiquattrore e doppio petto, pronte a farti il culo anche per quattrocento euro al mese. Questo non è un film per tutti, disperato e allo stesso tempo tragicomico, che racconta piccoli ritagli di vita quotidiana in una torino apatica e grigia, al di là del bene e del male, chi ci vive è alla ricerca di qualcosa che sa di non poter raggiungere, anche se inconsapevolmente. Ed è questa la grande differenza tra la storia del protagonista e degli altri comprimari, lui sa di non poter raggiungere quello che gli altri cercano, e così idealmente si leva dal mucchio, prima che qualcuno più scaltro di lui gli possa fare le scarpe, e dare un calcio alle sue illusioni e speranze.

In realtà le storie raccontate in questo lungometraggio si dipanano senza un filo logico, se non quello alienante e caotico della vita di periferia, in luoghi in cui difficilmente si riesce ad emergere, se non si è convinti delle proprie potenzialità e consapevoli della fiducia in se stessi e negli altri: università, discoteche, luoghi di lavoro, in particolare sovraffollati negozi di abbigliamento, librerie e centri commerciali, dove il grigio ti rimane attaccato addosso come se fosse la tua ombra, qui il giovane walter cerca di trovare una sua identità, alla costante ricerca di bipedi con cui scambiare opinioni, alla ricerca di simili che provino le sue stesse paure, insicurezze, disillusioni di post-adolescente. Walter vive ancora con il padre (un ex operaio fiat, ora in pensione che vorrebbe un figlio in doppio petto e ventiquattrore, proprio come le persone che walter deride e prende in giro) e la madre (caduta in esaurimento nervoso da parecchi anni, non parla con nessuno, neanche con il figlio). L'unica persona in cui walter crede ciecamente, con cui può parlare e confessarsi apertamente senza paure è la zia Carolina (interpretata da una rassicurante e premurosa Caterina Caselli) che lo aiuta nei momenti di sconforto e con cui ha grandi affinità, ma manco a farlo apposta, cadrà vittima di un incidente stradale quando la daihatsu feroza di un figlio di papà gli taglierà la strada, senza neanche prestargli il minimo soccorso.

Walter si iscrive all'università senza riuscire a dare neanche un esame, presterà servizio civile per svariati mesi al C.A.N.E. dove dovrà sottostare agli ordini di Lupo (Sergio Troiani), un datore di lavoro maniaco dell'ordine e che tenterà la scalata al potere tramite strampalate propagande e iniziative per far integrare nel tessuto sociale zingari ed extracomunitari, e dove conoscerà Pasquale, un ragazzo sposato con una ricca signora che non ama, giusto per poter campare di rendita da qui all'eternità. Gli altri personaggi sono Benedetta Mazzini che interpreta Valeria, una ragazza che basa tutta la sua esistenza sull'apparire, perennemente fatta e senza fissa dimora, Gianluca Gobbi alias il poeta-filosofo Alessandro Castracan, Roberto Accorneri è il bastardissimo professor Treppì, il "Lurido" interpretato da Tommaso Ragno, uno spacciatore fidanzato con Valeria, Wladimir Luxuria nel ruolo di una lucciola amica "intima" del padre di Walter e Luciana Litizzetto nel ruolo dell'impiegata comunale.

La colonna sonora è azzeccatissima con brani dei CCCP/CSI, Marlene Kuntz, Il Santo Niente, Ustmamò ed altri che si adattano perfettamente all'atmosfera allo stesso tempo fatalista e controcorrente che percorre dall'inizio alla fine la storia del film, tratto dall'omonimo libro di Giuseppe Culicchia.

Un film coinvolgente, sarcastico, amaro, nonsense, che ti fa aprire gli occhi sulla realtà, che ti fa piangere e allo stesso tempo ridere di tutto e di tutti, romantico e realista allo stesso tempo... un film che manda a fanGGulo tutti i superominidi pieni di sè che si sentono un cazzo e mezzo, che io come il mio alterego walter derido e piglio per i fondelli... mi permetto in sintesi finale questa citazione:

"Torino 13 ottobre 1996 h. 16,45 eclissi di sole: il mondo si ferma; h. 16,55: il mondo ricomincia a girare... che palle!"

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