I Postman Syndrome, autori dello spettacolare Terraforming, rinascono dalle proprie ceneri senza un chitarrista, e con il nome di Day Without Dawn, il giorno senza alba. E chi ha bisogno di luce quando c'è musica così buona da sentire?
Iniziamo dal principale quanto unico difetto di questo EP. È fottutamente breve. Troppo. Troppissimamente breve.
E c'è un altro problema. Le cinque canzoni dell'EP si incastrano così bene che scorrono come la birra quando si è ubriachi, e arrivi all'ultimo secondo dell'ultima canzone urlando a squarciagola "ANCORAAAAAAAA" (il che mi è successo).
Veniamo alla musica. Rispetto a Terraforming il sound si è evoluto verso direzioni stilistiche molto più personali. Volendoli descrivere con lo schifoserrimo metodo dell'"incrocio tra...", questi DwD stanno a metà fra Mars Volta e Kayo Dot. Possiedono le caratteristiche migliori dei primi, le incastrano con il piglio post/avantgarde dei secondi e ci mettono quel loro tocco che non sapresti mai dire cos'è, il loro ingrediente segreto insomma.
Spettacolarissima Inquisition, e se ve lo dico fidatevi che è spettacolare davvero (se siete miei fan, avrete notato che raramente cito le canzoni in una rece : P). Ma le altre canzoni non sono da meno.
Se non l'avete capito, state attenti con questo EP. Rischia di dissanguarvi l'animo, perchè, come ora accade a me, attenderete col fiato sospeso che questi tipi sfornino un album. Uno bello lungo, massiccio, ricco di alternanze e contrasti, controcanti, fraseggi, urla, e tutto quello spettacolare universo sonoro che sono i Day Without Dawn.
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