Attivi da poco più di un anno i Dead Ends hanno trovato ben presto gli stimoli necessari a mettere in piedi le prime canzoni inedite, finite poi in “Petrichor”, mini apripista di quattro brani che lascia intendere il DNA dei nostri.

Registrato agli Skie Studios di Roma sotto la supervisione di Marco Calanca (Hopes Die Last) e Daniele Ingrati (Seven Circles), l’EP suona moderno abbracciando le nuove tendenze odierne in fatto di screamo e metal band di ultima generazione. In particolare i Dead Ends pare abbiano una naturale predisposizione per il sound d’Oltremanica, cercando in quanto fatto da Architects, Bullet For My Valentine e Bring Me The Horizon gli spunti necessari a emergere. Quanto contenuto in “Petrichor” è sicuramente qualcosa di buona fattura sia sotto il lato compositivo che di produzione, i suoni sono ben calibrati e le canzoni hanno il taglio giusto per farsi apprezzare da un pubblico giovane e amante delle nuove tendenze in chiave alternative, come dimostrano “Break The Silence” (disponibile anche il videoclip in Rete) e “Between The Lies”, brani sul quale gettare le basi del disco d’esordio.

Per quel che riguarda la voce su disco sembra riuscire a tener testa allo scenario sonoro, prodigandosi in maniera accettabile sia nello screamo che nelle parti pulite. Quattro brani ben congeniati e un punto di partenza solido sul quale costruire qualcosa di importante, ora è tempo di rimboccarsi le maniche in sede live e dar vita a un debutto che tenga alti gli standard qualitativi di questi Dead Ends!

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