(Vi sono mancato ? Credo di no... Beh, almeno sono contento di ritornare a scrivere "recensioni", del resto se qualcuno non rinnova le ca**ate su debaser, chi lo fa ? La risposta è che il sottoscritto si è preso l'incarico di rinnovare le ca**ate su debaser, anche se non ce ne sarà bisogno una risata e un bel 1 alla recensione, non è che poi faccia così male, vai con gli 1 !!!).

In un lontanissimo decennio, l'80 per essere precisi; c'era un pianeta, sano, buono e anche MOLTO DEMOCRATICO. Dove i genitori non compravano i dischi ai figli, dove i ragazzi non avevano (per fortuna !!!) la maglietta "trendy-pseudo-cattiva" degli Slipknot/Slayer, dove i maschi erano robusti attori dagli occhi azzurri, dove gli adolescenti bevevano coca cola è palpavano i culi delle ragazze. Fino a qua tutto bene, soltanto che da un'altra parte, c'era la classe operaia e i ribelli incazzosi (quelli veri). E allora che succedeva? Succedeva che le persone che erano ricche continuavano ad avere oro, mentre quelle povere continuavano ad essere povere senza essere aiutate.

Un essere umano terrestre di nome Jello Biafra, un giorno dopo aver guardato in tv un movimento nato in inghilterra (il punk...) decide di ripercorrere la stessa strada (non proprio tutta, infatti in seguito vedremo che non aveva molte simpatie, con il caro Sid Vicious). Raduna alcuni suoi amici, che incontrati sicuramente per strada, perchè: "l'amico dell'amico, del chitarrista della nostra band, vorrebbe...", ecc ecc... . Così dopo sforzi su sforzi decide di incidere questo bastardissimo album.

"Fresh Fruits for Rotten Vegetables", dice tutto! Questo album è una secchiata d'acqua, pulita, fresca, salutare in un mare di merda. E da questo proposito i nostri cari americani contro america, incidono qualche pezzo. Spicca senza dubbio "Kill the Poor", che si scaglia contro la società americana del benessere (de 'sta cippa !!!), contro ogni genere di dittatura (anche quella comunista, loro erano si rossi ma liberatori!) e soprattutto contro l'irresponsabilità del governo americano, stavolta però non è un Bush ad essere picchiato, ma bensì un Al Gore, un po' incapace di gestire una popolazione troppo menefreghista. Questa volta non sono tutti (gli americani) che hanno fregato i Dead Kennedys (i cattivi), ma sono i Dead Kennedys (i cattivi) che hanno fregato tutti (gli americani). Sono stati generosi, perchè si sono accorti di qualcosa che andava un pò storto, e così anzichè candidarsi che fanno, incidono un album per protestare, perchè se sei in america e decidi di diventare qualcosa nella politica, allora diventi un democratico (cattivo-vero) e un moderato (cattivo-vero 2), e come ci ha insegnato Pierre-Joseph Proudhon, la libertà è una cosa che va presa anche con le maniere forti.

"Holiday in Cambodia", è semplicemente qualcosa di stupendo, quel riff così intricato ed ironico, ma anche molto tetro se si legge attentamente il testo, la voce di Jello Biafra è il grillo parlante che viene vicino all'orecchio e che rompe i coglioni. Diciamo che rompe i coglioni però qualche lacrima te la strappa, e come se te la strappa! "Holiday in Cambodia" è: Tu hai sbagliato qui, qui, qua, li, li, la!!!. Ecco cos'è la verità che viene detta chiaramente, non tanto veloce, con una voce finto-autoritaria e abbastanza beffarda.

I Dead Kennedys forse sono stati un po' pompati dalle magliette con scritto "Nazi Punks Fuck Off", con la svastica sbarrata ecc ecc... ma rimangono sempre una band che ha dato tanto veramente, alla musica punk sicuramente (anche se più in avanti si intravederanno i primi squarci Hardcore), e soprattutto alla gente che vuole sentire qualcosa di vero (e stavolta non dai Banda Bassotti o dai Los Fastidios). A dire il vero, non c'ha ancora stufato la voce di Jello Biafra, che ti prende per la maglietta, ti appiccica al muro e ti strappa le budella! Forse non ci ha ancora stufato, speriamo che i Dead Kennedys ricomincino a fare musica e scrivere qualche testo che gli faccia la predica ha qualcuno che tutti conosciamo bene, che qui c'è ancora TANTO da lavorare...

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