"Insensatezza" malinconica a livelli epici, in quadrature psicotiche".

"Violet" apre il disco dei Deafheaven, una chitarra a tessere una tela triste e grigia di shoegaze limpido, fino all'esplosione blackmetal, un crescendo folle e continuo sulla lama di un rasoio lucente, blastbeats tirati in corsa da un dirupo, bridge di echi chitarristici e finale in chiusura che saluta Burzum.

"Language Games" è una perla di screamoblackmetal, tensioni infinite, mid tempos illusori, momenti di puro blocco a mezz'aria, queste chitarre fanno male al sol pensiero, armonizzazioni in sospensione, quasi melodie "u2iche" che danzano su doppi pedali impazziti, e poi un silenzio atomico che deflagra sulle pareti delle montagne della follia, è disperazione allo stato brado. "Unrequited" è vana illusione di pace, un armistizio incompleto, che viene infilzato dalle chitarre folli e dalla voce intrisa di dolore.

"Tunnel Of Trees"è il mastodontico portone che chiude le porte di questo istituto di cura mentale senza finestre, le chitarre sempre più tese, la batteria sempre più pesante, la voce ormai abbandonata al suo destino, dissolversi in un mare di echi di bellezza, chitarre infinite.

La California ha un sole nero.

 

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