Dal niente, spunta fuori la meraviglia. La vita scorre anche tra le piccole cose, dentro una casa si può nascondere un mondo. Ciò che è banale, non è più tale.

Marcel the shell è l'opera prima di Dean Fleischer Camp, conosciuto in precedenza per i suoi cortometraggi sulla rete riguardanti (guarda caso) Marcel the shell. La storia di questo film è molto semplice: Marcel è una piccola conchiglia che vive in questa comunità di esserini che risiede in una casa (che funziona all'incirca come una gigantesca città per questi personaggi), ma a causa di un incidente tutta questa comunità sparisce dalla casa, tranne che per Marcel e sua nonna Connie, con cui cercherà di vivere questa difficile situazione. Tutto però cambia appena arriva il giovane filmmaker Dean Fleischer Camp, che deciderà di girare un documentario sulla vita di questa piccola conchiglia, pubblicando dei filmati in rete e facendo diventare Marcel un personaggio famoso. Successivamente non vi dico cosa succederà, perchè il film dovete assolutamente vederlo e da ora in poi cercherò di dirvi perchè: prima di tutto, il film ha una stop motion realizzata a regola d'arte, riesce a rendere palpabile la presenza di questi piccoli personaggi nel mondo reale, e animando tutto ciò frame by frame sicuramente ha richiesto un enorme impegno, e bisogna fargli i complimenti perchè il risultato finale su grande schermo è qualcosa di eccelso. Interessante poi l'uso del mockumentary per raccontare la storia, è un modo di narrare una storia ponendo lo spettatore in una condizione in cui sei indotto a pensare che quel che tu stia vedendo sia reale, in questo modo si crea un maggiore interesse e attaccamento alla storia e ai personaggi; Fleischer in questo film riesce a tenere molto bene le redini di questo genere, ne ho visti pochi di registi a creare un mockumentary così, forse mi sbilancio ma siamo soltanto qualche gradino sotto ad uno Zelig di Allen. Ma il vero piatto forte di questo film a parere di chi scrive sono i personaggi, ognuno di questi è caratterizzato molto attentamente: il regista stesso, che cerca di andare avanti nella sua vita dopo alcuni eventi poco felici e che trova nello stare e aiutare Marcel un conforto alla sua condizione precaria; Nonna Connie, ormai unica persona della sua comunità rimasta, un personaggio molto dolce e malinconico, che dall'inizio alla fine pensa al benessere di Marcel in questa situazione particolare, spronandolo a superarla e a non chiudersi in se stesso per poter sopravvivere senza crescere e aprirsi al mondo; e infine, c'è Marcel stesso, questa piccola conchiglia che vive un momento in cui si sente solo, in cui è disposto a fare qualsiasi cosa pur di non lasciare andare l'ultima persona della sua specie e che inevitabilmente durante il film farà passi in avanti e contestualmente anche passi indietro per necessità, passando da momenti più spensierati a momenti in cui dovrà mettersi la testa sulla spalle ed essere più rigido e stoico. Su tutto questo viaggia il film alla fine, su questi tre personaggi che vivono la loro vita nella sua mondanità, ma Dean Fleischer con questo film riesce a iniettare in questo film una maturità nella mentalità dei personaggi che colpisce, Marcel apparirà pure come un personaggio ancora fanciullo, ancora bambino, ma su cui ricadranno molte responsabilità che dovrà affrontare magari anche rinnegandosi. E non solo questo, il film affronta una serie di tematiche molto interessanti: appunto, la comunità e gli effetti della mancanza di essa sull'individuo; internet, che Marcel visionerà prima con uno sguardo sognante per poi precipitare in breve tempo nella realtà dei fatti e nella mentalità delle persone; il cambiamento, a cui Marcel tenterà di sfuggire perchè lo spaventa. E infine, ciò che più di ogni altra cosa ho colto da questo film...Marcel the shell mi ha ricordato cosa il cinema sia: l'incursione della fantasia nella vita reale. I fratelli Lumiére, con l'arrivo del treno, hanno fatto credere a tutti gli spettatori che quel treno stesse per uscire dallo schermo e venire addosso a loro. Marcel the shell, più di ogni altra cosa, fa questo: rendere reale una conchiglia con le scarpe, rendendola in una persona vera con le sue caratteristiche e i suoi problemi, portando a credere a tutti che in qualche maniera lui esista. E' da tanto non vedevo un film che mi coinvolgesse così, è stato come entrare in un'altra dimensione, e quando le luci si sono riaccese...era tutto finito, il treno non sembrava venirmi più addosso. Grazie Dean, grazie Marcel per avermi fatto vedere e sentire cosa il cinema riesce a scatenare in tutti quanti: la realtà può non esistere.

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