Time: T minus 3 minutes.
Launch Control: McPhee you're go for launch.
Dean McPhee: Roger!
Time: ten, nine, eight, seven...

Siete pronti a staccare il vostro culo da terra per un viaggio sonoro nel cosmo profondo assieme a Dean McPhee? Certo che non lo siete, siamo debaseriani non certo astronauti, la domanda era retorica!

"Astral Gold" di Dean McPhee si aggiudica nettamente la palma d'oro dell'ascolto più interessante di questo mese. Secondo il modestissimo parere del sottoscritto, ovviamente.

Si tratta del quinto album in studio di Dean McPhee, introspettivo chitarrista britannico con base nello Yorkshire. Nella carriera dell’artista "Astral Gold" rappresenta un'ulteriore tappa di avvicendamento tra il folk che caratterizzava i suoi primi lavori e un suono più pesante, elettrico e profondo.

"Astral Gold" è un disco interamente strumentale, dove il minimalismo spaziale e la celestiale chitarra psichedelica di McPhee mettono in scena una volta celeste liquida e viscosa che cola in slow motion. McPhee attinge a un'ampia gamma di influenze dalla Kosmische Muzik, al Dub, dal Doom Rock, al Folk e alla musica elettronica alternativa.

Particolare non da poco per la resa finale è che l’intero album è stato registrato in presa diretta in una sola esecuzione tutta filata, carica di tensione. Echi, pulsazioni, onde e loop ipnotizzano l'ascoltatore conducendolo in un viaggio interstellare; non a caso il tema cosmico è presente in tutti i brani, la cover (magnifica pure quella) e i titoli dei brani non fanno nulla per nasconderlo.

La sensazione che rimane nelle orecchie è quella di un concept live a tributare il cosmo, assolutamente consigliato.

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