Mia seconda recensione su DeBaser, questa volta a proposito del duo canadese Death From Above 1979.
Vi dico senza giri di parole che si tratta di un album di indie rock, e di uno dei migliori del genere, nonostante sia relativamente poco conosciuto.
Penso che la cosa migliore per analizzare quest'album sia porlo nel suo contesto storico, senza farsi influenzare da tutto quello che sarebbe successo dopo, nell'ambito della musica indie e non solo.
E' il 2004, e You're A Woman, I'm A Machine si presenta come un prodotto fortemente innovativo.
L'indie rock non è ancora esploso come fenomeno di massa, Whatever People... degli Arctic Monkeys (considerato una pietra miliare del genere) non è nemmeno alla fase embrionale (uscirà nel 2006), e non si sente quasi mai parlare di musica "indipendente", anche se - certamente - il termine sta lentamente prendendo piede.
Il duo canadese riesce a confezionare un album sensazionale, partendo da influenze noise (Pixies, Liars), garage, alternative (White Stripes, Queens Of The Stone Age), avvicinandosi in certi casi al post-punk di Red Medicine dei Fugazi.
Quello che ne deriva è un rock "sporco", fatto da riff continui (il basso effettato sostituisce la chitarra), batteria registrata in low-fi, voce tiratissima.
Turn It Out apre il disco con una scarica di suoni distorti e adrenalinici. Suoni saturi, batteria che pesta duro, voce che alterna momenti più rilassati ad altri tirati e sofferenti.
Romantic Rights è il manifesto del disco: riff semplice quanto geniale che tiene in piedi l'intera struttura, e batteria veloce e potente (per intenderci, stesso suono di cui abuseranno poi le scimmie artiche). La voce parte sussurrata per poi crescere sempre di più e risultare quasi urlata.
Going Steady scivola via, introducendo la successiva Go Home, Get Down, una delle più punk, 2 minuti di basso-chitarra ininterrotta e voce che non abbassa mai il tono.
Blood On Our Hands si presenta, invece, più funk e melodica. In mezzo si sentono echi di synth a impreziosire il tutto, e la canzone termina con una breve outro elettronica.
Nella successiva Black History Month, invece, sembra di sentire i futuri LCD Soundsystem (il cui primo album uscirà un anno dopo You're A Woman, I'm A Machine). Il ritmo, infatti, è più lento, e l'inserimento di loop elettronici e del suono di un cow bell la rendono quasi una Daft Punk Is Playing At My House ante-litteram.
La parte finale del disco (Little Girl, Cold War, You're A Woman, I'm A Machine e Pull Out) non aggiunge nulla a quanto già detto, proponendo sempre la stessa formula e risultando forse un po' ripetitiva, non fosse per l'irresistibile outro di Cold War e per uno dei riff di Little Girl che - giuro! - mi ricorda i Green Day.
Sexy Results è la traccia che chiude l'album, e può considerarsi un capolavoro. Alla solita base basso-batteria si sovrappongono suoni elettronici di synth, percussioni, maracas, un assolo di cow bell (odio ripertermi, ma scommetto che James Murphy ha ascoltato questa traccia più di una volta!), che la rendono un pezzo dance-punk perfetto, incalzante e orecchiabile.
In conclusione, insomma, You're A Woman, I'm A Machine è un album fondamentale. Fondamentale per aver sintetizzato al meglio il suono di moltissime scene musicali anni 90, fondamentale per aver fatto da precursore ad altrettante scene musicali del 2000.
Da ascoltare.
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