A volte capita che ti ascolti un disco e inizi a trasformarti improvvisamente in un filosofo nichilista e ti senti così permeato da un profondo senso di disgusto, ai limiti di un pessimismo cosmico. Ti vien da dire che, oramai, niente ha più senso.
Il tono è abbastanza estremo e (quasi) apocalittico, lo so, ma questo è più o meno ciò che mi è capitato ascoltando "The Money Store" dei Death Grips.
‘Sti tizi fanno una sottospecie di hip-hop (?!) infarcito di glitch, becere e inutili sperimentazioni elettroniche (le chiamerei nefandezze piuttosto), beat a tempi imprevedibili, che accelerano e rallentano improvvisamente (sì perché fanno tanto "alternativo", della serie: "figata cazzo, senti che razza di cambi che ti cacciano questi").
In sintesi si può dire che il tutto consiste in un coacervo inconsistente e insensato dei samples più disparati e di urla continue di nigga impazziti.
Dato il mio inglese basilare e di livello scolastico, non mi sono soffermato molto ad analizzare e a sentire bene i testi (e nemmeno mi interessa farlo), ma da quel che son riuscito a capire non c'è proprio niente da analizzare.
Yo, yo, fuck, fuck, bitch... bitch... bitch (sì, ogni tanto c'è del delay, così, messo alla cazzo), trrr, hey, hey, check, tic, whouwhau, fuck that... Ok, basta così.
Masochisticamente, sono riuscito, dopo diversi sforzi, ad ascoltarlo tutto fino alla fine. Poi ho iniziato ad avere tic nervosi, desideravo di picchiare chiunque mi capitasse a tiro e, infine, mi è venuto l'impulso di prendermi a martellate sui coglioni a ripetizione.
Volendo potrei prendere il disco poco sul serio, come penso che facciano pure gli stessi "artisti" in questione (o almeno così spero), ma in realtà non ci riesco.
Non ce la faccio perché inizio a guardarmi intorno, e vedo che questo disco è osannato a destra e a manca, venendo considerato persino tra i migliori dischi del 2012 (stando alle classifiche di Rate Your Music). Un hype, a mio avviso, assurdo e vergognoso.
Ora, ognuno può ascoltarsi ciò che gli pare, ci mancherebbe. Ognuno ha i suoi gusti, è vero. Però quando vedo molte persone che attribuiscono a questi "lavori" del valore artistico allora comincio ad incazzarmi, e anche tanto.
Mah, quasi quasi mi vien da pensare che probabilmente sono io che non ci capisco una cippa di questo marasma pseudo-industrial-experimental-glitch-alternative hip hop.
Quindi, se mi considerate un ignorante in materia, sono pronto a ricevere un qualsiasi insegnamento valido, volto a farmi rimangiare tutto quello che ho scritto finora.
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