"Abandon Tracks", pubblicato nel 2005, vorrebbe essere una raccolta di rarità, remix ed inediti.
Diciamolo subito: l'operazione non entusiasma. Non entusiasma per niente a dirla tutta, e questo per un semplice motivo: gli episodi effettivamente interessanti si contano sulle dita di una mano, mentre il resto ci suona come una insensata compagine di pezzi francamente inutili e disomogenei nel loro susseguirsi.
Tanto che il tutto finisce per risultare da un lato deludente per gli stessi fan della band, e dall'altro deleterio per chiunque altro voglia approcciarsi per la prima volta alla musica della Morte in Giugno.
Peccato, perché si era partiti bene.
"The Concrete Fountain", il pezzo di apertura, è l'unico pezzo realmente inedito: un brano strumentale in cui il consueto folk apocalittico made in Death in June si va a spalmare su una base elettronica minimale sortendo nel complesso un effetto alquanto inedito. Niente di spettacolare, beninteso, ma nella sua semplicità il pezzo funziona.
Come del resto funziona la traccia successiva, "The Only Good Neighbor", ballata risalente al 1996, che ci riconsegna i Death in June più intensi e malinconici: un vero gioiello in grado di rivaleggiare con i classici del passato.
Gli entusiasmi tuttavia scemeranno inesorabilmente quando, mano a mano che procederemo con l'ascolto, capiremo che l'ossatura della raccolta si compone principalmente di scialbi rifacimenti (in genere molto fedeli agli originali, il più delle volte penalizzati da mixaggi tutto sommato approssimativi): spudorati riempitivi probabilmente confezionati ad hoc per l'operazione, episodi di scarso valore per chi già è in possesso della discografia ufficiale della band.
Meglio allora concentrarsi sui pezzi forti della compilation. Come non citare allora le disturbanti "My Black Diaries" e "We Sayd Destroy" autentici incubi industriali che ci riportano ai Death in June più malati e claustrofobici. O del capolavoro "My Black Diary", che a ben vedere non è nemmeno un pezzo ufficiale dei Death in June. Essa è infatti contenuta in "Beauty Reaps the Blood of Solitude", primo album dei Nature & Organization, progetto solista di Michael Cashmore (chitarrista dei Current 93): un lavoro molto bello che ospita personaggi illustri della scena neo-folk, fra cui, appunto, lo stesso Pearce, protagonista del pezzo in questione. Di per sé il brano è comunque notevole: una ballata decadente e visionaria che porta impresso il marchio inconfondibile di Pearce, e che si fregia dei preziosi contributi vocali di David Tibet e di Rose MacDowell.
Degna di menzione anche l'atipica "Unconditional Armistice", brano sorprendentemente sognante e pregno di pathos che ci consegna Pearce in un'inedita veste cantautoriale. Lodevole infine la riappropriazione da parte di Pearce di un brano fondamentale come "In Sacrilege" (da un album così personale e complesso come "Wall of Sacrifice"), anche se, personalmente parlando, continuo a preferire la versione originaria cantata da David Tibet. Episodi, questi, che tuttavia non risollevano nel complesso una raccolta scialba e a tratti urticante.
Si pensi al disastro che si combina con "Europa Rising", catastrofica rivisitazione della bellissima "Daedalus Rising" (qui spogliata dell'impareggiabile interpretazione vocale di David Tibet); o a "Death of a Man", che, da monumento di quindici minuti che era, qui si riduce a due squallidi minuti in cui vengono semplicemente riportate le voci di Jean Genet e Yukio Mishima (originariamente impercettibili nel caos industriale del pezzo).
La noia dilaga, l'inutilità impera, l'irritazione fermenta. E quando, dopo settanta interminabili minuti, giungiamo alle risate fragorose che Douglas P. riversa sulle nostre orecchie al termine della conclusiva "Europa: The Gates of Heaven and Hell", il dubbio si trasforma in certezza: "Abandon Tracks!" è proprio una presa per il culo!
Scaletta completa:
•· "The Concrete Fountain" (inedito del 1996)
•· "The Only Good Neighbor" (dalla compilation "The Pact Flying in the Face", 1996)
•· "13 Years of Carrion" (originariamente presente in "Rose Clouds of Holocaust", riregistrata e remixata nel 2002)
•· "Burn Again" (originariamente presente in "Brown Book", riregistrata e remixata nel 2002)
•· "My Black Diaries" (dalla compilation "Im Blutfeuer", 1994)
•· "Punishment Initiation" (originariamente presente in "Brown Book", riregistrata e remixata nel 2002)
•· "We Said Destroy" (da uno split con Fire + Ice, 2000)
•· "Europa Rising" (rivisitazione di "Daedalus Rising" in "But, What Ends When the Symbols Shatter?", riregistrata e remixata nel 2002)
•· "Rocking Horse Night" (originariamente presente in "The World that Summer")
•· "Death of a Man" (estrapolazione di campionamenti da "Death of a Man", originariamente presente in "The World that Summer")
•· "Passion! Power!! Purge!!!" (da un CD singolo distribuito in edizione limitata durante il tour europeo del 1998)
•· "My Black Diary" (da "Beauty Reaps the Blood of Solitude" dei Nature and Organization, 1994)
•· "In Sacrilege" (originariamente presente in "Wall of Sacrifice", riregistrata e remixata nel 2002)
•· "Many Enemies Bring Much Honour" (dal tribute-album dei Blutharsch "Fire Danger Season", 2003)
•· "Unconditional Armistice" (presente in un cd singolo confezionato appositamente per una esibizione con NoN, Der Blutharsch e Forseti a Burg Falkenstein, Germania, 1999)
•· "Europa: The Gates of Heaven and Hell" (rifacimento di "We are the Lust" originariamente presente in "Brown Book", riregistrata e remixata nel 2002)
Carico i commenti... con calma