Ci tengo a presentarvi questo live album, registrato nella notte del  5 Dicembre 1998 allo storico Whiskey A Gò-Gò di Los Angeles, con lo scopo di dirigervi verso orizzonti death metal.

Eseguito durante il "The Sound of Perseverance Tour", il disco è stato pubblicato il 17 settembre 2001 per sostenere le spese dell'operazione che Schuldiner, al tempo nel pieno della mortale malattia, avrebbe dovuto effettuare per l'ennesima volta, cercando di arginare il tumore.
La produzione è sufficiente, ma si capisce subito che si tratta indubbiamente di un bootleg, messo in commercio dalla Nuclear Blast con l'intenzione di farlo passare per un album live. Operazione non riuscita, ma che viene giustificata dai buoni propositi nel tentativo di salvare Chuck da una fine ingiusta e ignobile.

Il frontman della band, considerato a sommi pareri come il più grande songwriter del genere mai esistito, non è impeccabile come al solito, ma continua a sfoderare la sua infinita abilità con la chitarra e la sua maestosa voce infernale, accompagnata sempre da growl e urla allucinanti. La sua chitarra insieme a quella di Shannon Hamm, risulta nel sound complessivo sottotono, non per sue colpe, ma a causa delle registrazioni non ottimali. Gli fa compagnia il basso di Scott Clendenin, percependolo in maniera mediocre.
Alla batteria è presente Richard Christy, un nome una garanzia. Infatti il drummer non sbaglia un colpo, facendo assumere ai pezzi eseguiti violenza e grande precisione. Il paragone, molto più che positivo, tra la sua prova dal vivo e tra i lavori realizzati in studio, non è affatto un eresia.

È inutile ripetere che il disco pecca un po' nel grezzo suono, ma la mostruosa scaletta del disco vi farà impallidire! Il concerto inizia con la contorta  "The Philosopher", anticipata da un intro spettrale.  Si segue la linea del tour con "Scaravenger of Human Sorrow", da me personalmente ritenuta l'episodio più bello, "Spirit Crusher" e "Flesh And The Powers It Houlds".  Andando oltre ci imbattiamo negli altri storici album del gruppo: l'evoluto "Symbolic" ("Zero Tolerance", la paurosa "Empty Words", "Crystal Mountains" e appunto la  title-track), l'iniziale "Human" ("Togheter As One" e la micidiale "Suicide Machine") e l'intricato "Individual Thought Patterns" (la canzone d'apertura e "Trapped In A Corner").
Nella catastrofica scaletta troviamo anche le vecchie "Zombie Ritual" e "Pull The Pug". Quest'ultima canzone segna la conclusione di un spettacolo fantastico, reso memorabile dal fatto che sia stato uno degli ultimi del mito Chuck Schuldiner.

Considero il gratificante pubblico, presente in quella indimenticabile sera, molto fortunato e ricco di emozioni.
Quelle emozioni provate nel vedere dal vivo i maggiori rappresentanti del genere: i mai troppo compianti Death.

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