Ho sempre diffidato abbastanza di tutta questa moda della musica binaurale, del suono mindfulness e compagnia bella, non fosse altro che per la speculazione operata da un sacco di gente che ne parla come di una cosa mistica e trascendentale senza capirne nulla. Fermo restando che credo nelle basi scientifiche del "potere delle frequenze", nella maggio parte dei casi ho la sensazione che ci sia in giro tanta fuffa.

Faccio debita eccezione per i casi - come quello in oggetto - che vedono coinvolti artisti credibili e di lunga epserienza. Specie alla luce del fatto che non si tratta di un mero esercizio commerciale da guru de noantri, ma di un concept-album vero e proprio con una sua identità stilistica specifica. "Antimateria Psichica" è il ventesimo lavoro siglato da Deca aka Federico De Caroli, italico compositore che ultimamente ha alternato titoli inquietanti di musica elettronico-esoterica a intimistiche raccolte di brani per pianoforte, confermando le sue riconosciute doti di eclettico e prolifico autore.

Ho acquistato giorni fa il CD, certo di trovare dei legami con "Lucifero Alchemico" del 2021. In copertina Deca medesimo coi connotati del volto pressoché invisibili e i bulbi oculari stretti tra indice e pollice. Una grande Luna sul fondale tra sottili rami e vele di reticolato. Con questi presupposti di un contesto che ha dell'inquietante e del simbolico, mi preparo all'ascolto. Nelle note di copertina di questo strano CD leggo che è fortemente consigliato ascoltare la musica in stato di relax utilizzando apparecchi hi-fi e cuffie per godere degli effetti psicotropi del suono. Effetti psicotropi?? Di cosa stiamo parlando? La solita fuffa binaurale?

I brani sono 9 e durano tutti esattamente 6 minuti cadauno, tranne il primo e l'ultimo che durano 4 minuti. In tutto 50 minuti di musica. Da qualche parte, in altre recensioni, ho letto che "Antimateria Psichica" è un'esperienza mentale e sensoriale unica per ciascuno. Ciò lo confermo dal momento in cui mi sono reso conto di essermi sparato questa oretta calandomi progressivamente in uno stato di sospensione; tanto da non essermi reso conto che una buona metà del disco devo averlo sentito come fossi in trance. La veste sonora è quella di un'opera di genere industrial, di elettronica sperimentale e di fatto va bene anche così perché ci sono atmosfere interessanti, evocative, con suoni molto ricercati e bizzarri. Ma la differenza sostanziale è che i suoni lavorano in profondità e ti lasciano una sensazione molto strana. Tnato che viene voglia subito di riascoltare certi passaggi e poi è come se la musica restasse lì anche quando il CD è terminato e continuasse a riprodursi a un livello subconscio. In particolare le parti "Camera Atropo" e "Plasma Hydra" mi hanno girato in testa per un bel pezzo e non vedevo l'ora di poterle riascoltare dal disco più volte.

C'è del vero dunque nel potere delle frequenze sonore? La cosa certa è che questo Deca pur con quarant'anni di carriera alle spalle riesce ancora a rinnovarsi e a non vivere di riciclo. Questo nuovo album ha una sua collocazione tutta particolare, certo non può piacere a chiunque e non è indicato per chi cerca una qualche forma di intrattenimento sonoro, di qualsiasi genere sia. E' un esperimento che mescola arte e scienza e lo fa con un grande equilibrio formale e qualitativo.

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