Uno dei più influenti artisti trasversali della scena musicale europea - tanto più influente quanto più defilato, come si conviene - sigla la sua nuova fatica con un ulteriore salto di qualità produttivo e un taglio concettuale che mette in gioco su più livelli la percezione della vita, intesa sia come percorso individuale che come "entità allargata". Ma mette anche in gioco un'esperienza sbalorditiva in fatto di suoni e composizione, non fosse altro che per rimarcare l'autorevolezza del titolo che da anni la critica gli ha affibbiato: l'Alchimista del Suono.
"Automa Ashes" è la testimonianza di un'evoluzione mai appagata che sviluppa contaminazioni ambient e cosmiche utilizzando le metodologie più congeniali ad un avanguardista innamorato del pianoforte e dei sintetizzatori. Ecco infatti che nei brani del disco convivono atmosfere cameristiche e miscele caustiche di elettronica avanzata, elaborazioni vocali e rumori urbani, con una compattezza globale straordinaria che al tempo stesso luccica di una miriade di spunti e dettagli. Musica non immediata, non per tutti i palati, che coinvolge solo ad un ascolto rilassato e continuativo. Inutile tentare di apprezzare brani come "Arcanaut Paradox" o "Taumash Estamau" mentre si lavano i piatti o si lavora al computer. Troppi sono i sottintesi e gli agganci onirici e subliminali. Bisogna anche arrivare all'ultimo pezzo con la mente intrisa di tutti quelli che lo precedono, perchè si tratta di un frullato iperbolico che li mescola insieme contemporaneamente a velocità esponenziale.
Musica per visionari. Musica che riesce a essere innovativa senza demolire secoli di cultura musicale, dove dentro c'è tanto il Romanticismo quanto l'ignoto siderale.
Deca è italiano e in Italia ha un folto seguito di cultori. All'estero i collezionisti fanno circolare i suoi primi vinili a prezzi proibitivi. Nel 2002 pubblicò una pietra angolare della discografia elettronica, quel "Simbionte" che sintetizzava in trenta minuti trent'anni di evoluzione del suono tecnologico e poneva un nuovo confine per i tempi a venire. Tuttavia lui sembra più interessato a produrre e sperimentare, piuttosto che a sedersi sugli allori di una carriera così onorata. "Automa Ashes" ne è l'ulteriore conferma.
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