La discografia di Deca è pressoché priva di dischi singoli, ovvero di brani pubblicati in via ufficiale su specifico supporto. Fatta eccezione per un paio di canzoni isolate degli esordi che comparvero a metà anni '80 su anonime compilation e per qualche 12", uscito però nell'ambito di side-project, la sua produzione è sempre stata incentrata su veri e propri concept-album; circolati attraverso canali più o meno ortodossi e sempre con un'identità compositiva precisa.
Unico vero singolo che sia mai stato stampato resta dunque "Dull Colors/Harp", un 45 giri autonomo mai distribuito ufficialmente e non facente parte di alcun album o progetto più ampio. Venne alla luce nella primavera del 1988 su vinile 7" - con una tiratura molto limitata - e si collocava a metà strada tra i due LP "Synthetic Lips" - anteriore di qualche mese - e il successivo "Claustrophobia"; prendendo chiaramente le distanze dallo stile più jarriano e ambient del primo e approcciandosi alle basi sonore più industrial e darkwave del secondo.
Di fatto, la canzone "Dull Colors" sposa perfettamente certe tendenze di quel periodo (basti pensare ai Sisterhood temporaneamente nati dalle ceneri dei Sisters of Mercy) e anticipa con atmosfere più prevedibili e meno rarefatte quella che sarebbe stata la traccia canora più riuscita di "Clasutrophobia", ovvero "Inframorte". Basato su un incedere ritmico lento e quasi tribale, con una bassline elettronica scarna, il pezzo si avvale di un crescendo vocale che culmina nel finale con un'apertura più rockeggiante, con tanto di chitarra e batteria. E qui le radici che hanno ispirato Deca sembrano essere molte, dai Cure di "Pornography" ai Dead Can Dance fino per l'appunto ai Sisterhood, anche se poi è già individuabile un marchio di fabbrica proprio che trae linfa dai suoi stessi primi LP (specialmente "Alkaid").
Il brano del lato B è invece uno strumentale più vicino a certi Depeche Mode, benché l'atmosfera sia sostanzialmente ambient e ricamata su una melodia malinconica, fatta di suoni ancora lontani dalle sperimentazioni che hanno reso Deca un caposcuola della musica elettronica.
Prezioso come articolo per collezionisti (pare ne vennero stampate solo una decina di copie), resta un capitolo di transizione interessante e anche abbastanza anomalo nel lungo arco della sua carriera. "Dull Colors" è comunque una canzona molto bella e coinvolgente, che non avrebbe sfigurato all'epoca nel repertorio di celebrate band.
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