Esistono musicisti di nicchia che sono conosciuti da un ristretto gruppo di estimatori e che, nonostante questo, hanno un'influenza notevole e sono un punto di riferimento per molti cultori delle sonorità di ricerca. Uno di questi nomi è indubbiamente quello di Federico De Caroli in arte Deca, nato a Savona nel 1964 e affermatosi come compositore di musica ambientale ed elettronica. Ha sempre mantenuto un profilo basso ma, col tempo, ha acquisito uno status "di culto", tanto che alcuni suoi dischi sono molto quotati in ambito collezionistico. Ora, dopo un disco per pianoforte come Isole Invisibili (2017 - Platform Music) e dopo diverse collaborazioni con la televisione e il cinema, Deca pubblica un nuovo album nel solco di Simbionte del 2003, considerato dalla critica e da Piero Scaruffi fra i dischi ambient più significativi di tutti i tempi. Il nuovo disco, intitolato Lucifero Alchemico, è una sorta di concept esoterico incentrato principalmente sulla tematica dell'alchimia e diviso in 4 tracce (tutte della durata di 11 minuti) che rappresentano ognuna un percorso verso la Via Iniziatica. Musicalmente Deca ritorna invece ad una sperimentazione elettronica senza compromessi. Il primo brano "Vorago Deboniana" è cosmico e cupo e mi ha ricordato i momenti più astratti dei primi Tangerine Dream con le atmosfere che diventano sempre più oscure, surreali e ipnotiche mentre il finale è enigmatico con voci inquietanti che sembrano provenire da un'altra dimensione stendendo il velo del sonno sull'ascoltatore. Nel successivo "Solve Reticruent" le ambientazioni sono più serene e vicine all'ambient poi la musica diventa minimale (con rumori di sottofondo di difficile decifrazione) per poi infine riallacciarsi al "mood" iniziale. "Phosphorea Feromurd" è concettualmente il momento più significativo ed esoterico dell'intero lavoro ed è basato sull'elemento alchemico del fosforo mentre la musica è un tappeto sonoro meditativo. L'intro al pianoforte della traccia conclusiva "Traccia alchemica" è degna della colonna sonora di un film horror (magari con Fulcanelli come personaggio) poi i suoni diventano prossimi a un dark-ambient oppressivo mentre il finale onirico è degno di Phaedra dei Tangerine Dream. Le sonorità di Lucifero Alchemico sono estremamente stratificate e sfruttano diverse fonti sonore utilizzando sia la tecnologia digitale sia quella analogica. L'unione di musica di ricerca ed esoterismo dona a Lucifero Alchemico un fascino oscuro e senza tempo che lo rende fin d'ora un disco da collezionare gelosamente. Si tratta di un ascolto che necessita di un giusto approccio (come d'altra parte per molta della musica elettronica più d'atmosfera) preferibilmente con l'ausilio delle cuffie.
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