Era una giornata particolarmente piatta quella in cui mi imbattei in questo platter. Ennesima band di matrice svedese, ennesimo album di swedish metal, bello ma di cui in fondo potremmo fare a meno? Le premesse c'erano tutte, luogo d'origine della band, nome, logo e soprattutto la posizione di cantante ricoperta dall'esuberante Kitty Saric, che appariva come un probabile clone della criticatissima Angela Grossow.
Mai come quel giorno giudicai il monaco dall'abito che indossava in modo frettoloso. Effettivamente, si tratta si, di quello che si potrebbe definire l'ennesimo disco di swedish metal, ma con un impronta decisamente più tendente ad un furioso thrash melodico, ma sopratutto dotato di una forte personalità. Sarà forse perchè il gruppo in questione si produce grazie alla label fondata nientemeno che dalla cantante (mica male per una ragazzina di 19 anni!), potendo quindi produrre in piena libertà? Non si può certo rimanere impassibili all'assalto dell'opener Corrosion, che apre il disco con una grinta straordinaria. La componente death c'è tutta e anche qualche accenno black, ma in modo decisamente differente dalla classica schiera di cuginetti di At The Gates & company. Le chitarre sono sempre in primissimo piano, sfornando riffs veloci, melodici e furiosi senza mai risultare noiosi e ripetitivi.
La struttura della quasi totalità dei brani è improntata su accellerazioni e decelerazioni, mentre la voce graffiante della Saric imperversa senza pietà. La title track ha una trama decisamente più complessa rispetto al resto del disco, le melodie generate dalle guitars risultano quasi lamentose e Kitty ha molto più spazio che utilizza per sfogare tutta la sua rabbia. "Theater of the Absurd" torna sulla scia dell'opener, cadenzata in apertura per poi prendere un accelereta che mantiene fino alla fine. Settle the Score è forse un po' troppo statica e annoia facilmente, nonostante il ritornello azzeccato. Tiro riuscitò a metà anche con "Sculpture", valida ma non convince appieno. Infine si chiudono le danze con Invert e Endgame, per cui vale il discorso fatto all'inizio, sfuriate vocali ("Invert" è forse la traccia dove la scatenata singer da il meglio) intervallate da riffs melodici a non finire e variazioni frequenti della velocità. I testi sono perlopiù incentrati su tematiche introspettive e, coerentemente al monicker della band, decadenti, diciamo che richiamano un pò Arch Enemy e Dark Tranquillity, ma in modo decisamente meno elegante, diciamo più grezzo e incazzato.
Il giudizio non può che essere positivo, anche se è doveroso muovere qualche appunto. Il primo è per l'onesta performance del percussionista, forse fin troppo onesta. La batteria non sorprende mai, non che sia monotona, ma non si impegna di dare nulla in più alle tracce che sono dominate dal suono delle corde, l'impronta thrash poteva essere sicuramente di maggior effetto con un uso più ispirato della doppia cassa. Ulteriore nota dolente, per quanto coinvolgente e notevole, la voce maligna di Kitty tende a essere un po' ripetitiva a lungo andare. Il songwriting è ottimo, forse un po' troppo improntato sulle melodie che farciscono ogni brano, ma che hanno il pregio di conferire un ascolto immediato e trasparente. Un disco semplice, breve e di sicuro impatto.
Già il precedente "The Creature" era stata una prova notevole, in questa nuova release si nota una crescita non indifferente nella band, dobbiamo aspettarci qualche fuoco d'artificio col prossimo album?
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