Dopo due scarne recensioni su Ruggeri, decido di fare dietrofront e inizio a recensire Ruggeri proprio agli albori, ovvero quando ancora militava nei "Decibel".
Gruppo fondato nel 1972 sotto il nome I Trifogli , poi in seguito rinominato in Champagne Molotov e infine in Decibel. A 6 anni dalla formazione del gruppo, i Decibel sfornano il loro primo album, da molti conosciuto col nome "Punk" a causa della scritta in copertina, ma che in realtà si chiama "Decibel".
La copertina e' stata semplicemente una trovata commerciale della Spaghetti, che tentando di seguire la scia del successo del movimento Punk (1977), trova i nostri novelli Decibel e tenta di lanciarli sotto mentite spoglie punk. Possiamo comunque dire che non tutto e' falso, visto che la maggior parte dei testi trattano appunto di tipiche tematiche punk, come criticare la Televisione e i Mass Media.
L'album si apre alla grande con la canzone "Figli di...", che parla da un punto di vista paterno, della "vita" dei giovani di allora. Poi continuiamo con "Paparock" canzone che arriva incisa sul disco ultracensurata, in pratica, senza testo (che e' stato rudimentalmente "appiattito", con i sistemi dell'epoca); Infatti nel foglio inserito nella custodia del vinile, che conteneva tutti i testi delle canzoni, sotto "Paparock" appare una gran scritta: Censurato; l'unica prova di un'effettiva esistenza del testo la troviamo in una vecchia registrazione live dei Decibel nel 1978, dove stranamente il testo non e' censurato. Comunque tornando a parlare della versione presente sul vinile, lo strumentale non e' niente male. "Lsd Flash", originale canzone che varia dai temi classici della droga, come il bucarsi, e sceglie di parlare di acidi; Il tema musicale non e' niente male, il testo un pò ripetitivo, ma da un senso alla canzone. Continuiamo poi alla grande con "Superstar", bella canzone sia al livello di testi che musicale, che sembra un gran riassunto di un Concept Album. Passiamo poi a "Il Leader", che risulta la canzone piu' "casareccia" di tutto l'album, con un testo ristretto, e una musicalità ascoltabile. Arriva a noi poi "New York", canzone molto buona a livello musicale e di testi, ma che comunque a primo acchitto sembra di un tema molto caro ai Punkettari di quel tempo, forse un pò scontata. Giunge alle nostre orecchie poi "Col dito... col dito" , che pare una classica canzone "maschilista", però niente male. Arriviamo poi all'ultima traccia, "Il lavaggio del cervello" che è di certo fra le più belle canzoni dell'Album; Il tema ricalca un po' quello di "Figli di..." ma in chiave diversa, e ha come tematica principale la Televisione.
Insomma, un disco (oramai irreperibile in vinile, considerato che non e' mai stato ristampato, nemmeno in CD) che e' la storia di un'Era, con nove tracce piu' o meno belle, scandite piuttosto bene sia parlando di testi che di musica. Una chicca storica; Fin troppo sottovalutato. Da ascoltare.
3 Pallini e mezzo.
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