"Punk prima di te" è uno dei motti oltre che di un disco tributo di Enrico Ruggeri, uno dei cantautori più sottovalutati del panorama musicale italiano, apripista culturale insieme ad altri di un'attitudine più che di un genere in Italia, dove ancora Battisti (m'inchino alla sua genialità) con compagni cantautori e il progressive erano ancora i dominatori della scena sulla fine degli anni '70. Dov'era il rock n'roll nella penisola? In Inghilterra e negli Stati Uniti Mamma Rock partoriva impazzita straordinarie band. L'Italia stava ancora a guardare e ad inchinarsi nella sua patetica indole esterofila. Eccezioni? Milano, Bologna, Pordenone e successivamente Firenze, sono i centri principali di una subcultura giovanile volta a sovvertire spontaneamente i vecchi paradigmi, dove si sperimentava sul serio nuovi linguaggi, adattandoli nei casi più intelligenti alla lingua italiana.
Milano 1978. Non è un bel periodo; Il caso Moro, la strategia della tensione, le frustrazioni urbane ed economiche si adattarano perfettamente come sfondo su "Punk", debutto dei Decibel, al secolo: Enrico Ruggeri (voce), Pino Mancini (chitarra), Enrico Longhin (basso) e Roberto Turatti (batteria). Per i detrattori di Ruggeri, è strano scoprire come un comune cantautore possa essere stato tanto trasformista e precursore in Italia di una necessità. Punk è l'attitudine abbiamo detto; andare controcorrente utilizzando questo linguaggio sovversivo proveniente dall'estero, costruendo un amalgama perfetto di rock n'roll, hard rock, e punk-rock dove l'ispirazione maggiore arriva da band oltre che dai nuovi all'epoca Stranglers, Sex Pistols, The Clash, soprattutto dal glam di David Bowie e e dall'oscurità di Lou Reed. Musica scarna, impatto sonoro e testi killer con l'utilizzo di rime baciate, squarciano la scena con argomenti sociali e sentiti, con una violenza mai vista.
"Figli di..." è la molotov d'apertura del vinile. Riff chitarristico saturo e ritmo inseguitore inarrestabile; i figli del "NO future" cantano tutto il proprio nichilismo e disagio verso i padri; "Siamo i figli di chi lavora per voi. Siamo i figli di chi si fa i fatti suoi. Siamo i figli di chi si legge il Corriere. Noi siamo i figli, siamo i figli di chi serve questo potere. Non vogliamo niente, siamo il tuo prodotto. Non vogliamo niente, l'ingranaggio è rotto. Non vogliamo niente, ci hai creato tu. Non vogliamo niente, non torniamo indietro più". "Paparock" è una parodia strumentale che apre alla batteria ossessiva di Turatti con la drogata "LSD Flash", proseguendo con l'hard rock di "Superstar" in cui l'ossessione per il successo di un fan che scimmiotta il proprio idolo, anticipa le frustrazioni di Chapman, omicida di Lennon due anni dopo; "Ora ho preso coscienza della grande potenza di chi vuole qualcosa. Certamente son pazzo, ma ho deciso: lo ammazzo proprio mentre riposa. Rimetto a posto il corpo decomposto della rock 'n roll star". Il movimento politico di fine anni '70 citato e ironizzato nella violenta "Il leader"; "Stamattina c'è un bel collettivo, io ci vado e mi sento più vivo. Sto giocando un ruolo vitale, nella lotta conto il capitale. Una bella emozione per fare l'occupazione; ma di idee io però, non ne ho". Il viaggio e il sogno della grande Mela di "New York", precede la ridicolizzazione necessaria del femminismo in "Col dito...col dito"; "Corri per la strada con le dita alzate e condanni un'ingiustizia che non c'è mai stata. Invochi l'uguaglianza chè il maschio è il padrone e vuoi provare potere con la rivoluzione. Con il dito che fai...". Il 33 gire si chiude con il basso pink floydiano alla one of this day de "Il lavaggio del cervello", anticipando nel testo gli anni '80 televisivi con il "sequestro" mediatico delle masse ad opera soprattutto delle tv private "Ciò che dice la TV per tutti ormai è legge. Eccolo il prodotto; non te ne dovrai pentire. Se alzi la tua testa, in questo immenso gregge fan subito vedere Italia-Brasile"
.Vergognosamente come è accaduto per molti dischi in Italia, "Punk" (Spaghetti Records) non è stato mai stampato su CD e non potrete mai trovarlo nei negozi, rappresentando per i collezionisti di vinili un disco molto raro. Si trova con molta fortuna su internt con il P2P. Il "Never mind the bollocks" italiano, bistrattato dal pubblico e dalla critica dell'epoca. Nel paese di pulcinella cosa vogliamo pretendere? Vi consiglio di leggere attentamente i testi al seguente link: www.angolotesti.it/D/testi_canzoni_decibel_2889/
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