Ultimo contributo che darò ai Deep Purple (almeno non lo prevedo a lungo termine). Ci sono rimasti due dischi studio ancora da trattare:
1)L'omonimo anonimo
2)Il successore di “Purpendicular” : A. Band. On (A mio avviso il lavoro peggiore di tutta la loro carriera)
Bene non mi appresterò a recensire nessuno dei due dischi citati. Credevo che questo disco non fosse stato trattato, invece proprio mentre ho ultimato la recensione ho notato la presenza. Sono sempre diffidente verso i doppioni, ma sento di doverla pubblicare lo stesso perchè dopo averci perso un po' tempo sopra, non vorrei che tutto questo fosse stato invano. Spero voi mi capiate.
Sto parlando del mastodontico "Made In Japan".
Un disco che non dovrebbe mancare nella discoteca di nessuno in quanto ha fatto la storia della musica.
Registrato nel 1972 in una breve tourneè massacrante (data l'entità energetica degli show), che il gruppo tenne nel Giappone costituta da 3 show in 3 giorni.
I primi due giorni ad Osaka (15 – 16 Agosto), mentre il 17 a Tokyo.
"Made In Japan" ritrae la mark II all'apice della sua creatività, forma e sintonia fra i membri. Un qualcosa d'irraggiungibile.
La prima versione era costituita da un singolo cd (allora non esistevo ancora e non so quanti lp fossero), mentre nel 1998 venne aggiunto un secondo disco, contente altri tre brani proveniente da quei concerti.
Dopo una breve introduzione di Lord, la rullata ormai classica per noi, ci introduce una "Highway Star", che rispetto alla versione di "Machine Head" risulta essere accelerata e non di poco. La band funziona perfettamente e Blackmore ci regala, almeno per una volta, più o meno il solo classico della versione originale.
Gillan s'è appena scaldato le corde vocali. Nella successiva "Child In Time" mostra tutte le doti canore che lo screamer allora aveva e che terrà ancora per qualche anno. Le urla che preparano la parte torrida ed irrequieta del brano sono da brividi. Ian raggiunge quegli acuti con una potenza spaventevole. Storia!
È la volta poi della classica "Smoke On The Water". Poco aggiungere, il titolo basta.
Ora, invece, tocca a Mr. Paice scaldarsi in quanto siamo arrivati a "The Mule". Poche note introduttive e pochi versi cantati ci separano da 8 minuti di assolo di batteria, che per quegli anni era obbligatorio ai concerti. Che dire su l'altro Ian? Insieme a Bonham è stato uno dei batteristi più influenti nella storia del rock anni 70 di sicuro. Che poi il suo stile sia rimasto più o meno simile nel corso degli anni è vero anche questo, ma a me preme inquadrarlo negli anni del suddetto album.
"Strange Kind Of Woman" rappresenta l'apice per il disco. Un originale e travolgente brano blueseggiante che è coadiuvato da improvvisazione diventata anch'essa storica . Gillan che insegue le note altissime di Blackmore. Viene proprio voglia, a noi ascoltatori, di inseguire le note funamboliche ma non è possibilità comune come si può sentire.
Il blues non ci lascia. Cambia solo di velocità. "Lazy", come "Highway Star", viene notevolmente accelerata. Gillan, che in molte parti del concerto è costretto a far muovere la capoccia per non restare inerme di fianco ai musicisti che si divertono a suonare le lunghe parti strumentali, in questo brano si cimenta con l'armonica donando una vera impronta blues al brano.
Il finale è dedicato unicamente all'attività preferita dei Purple nei concerti (almeno anni '70) : Improvvisazione!Una "Space Trucking" tirata per 19 minuti, nella quale Blackmore e Lord duellano alla grande. Nient'altro da aggiungere, solo ascoltare!
Nel bonus disc vengono inserite "Speed King", "Lucille" e "Black Night". Le ultime due spesso inserite come classici bis dei concerti.
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