Il marzo del 1976 a seguito dell'american tour del mese di gennaio, il gruppo prende unanimemente la decisione di un periodo di break, che pur non essendo un'anticipazione di uno scioglimento, lo diverrà quando sia Lord che Coverdale si interesseranno a tempo pieno ai loro rispettivi progetti solisti. Nel contempo Bolin coinvolto nella ripresa della carriera solista, piomba in una profonda crisi depressiva che lo porta ad accrescere la dipendenza da quei pericolosi vizi a cui era dedito già nel passato ed alla  conseguente morte per overdose il 4 dicembre 1976 nell'Hotel Newport di Miami.

Oramai nonostante lo scioglimento ufficiale i Deep Purple continuavano a governare le classifiche, così come fece "Deepest Purple" (1980) che raggiungerà il numero uno nella chart inglese. L'esplosione dell'heavy metal è alle porte. I nuovi eroi del suono duro eleggono la band inglese a nume tutelare di un suono piacevolmente aggressivo quanto irresistibilmente melodico.

Siamo nel 1983 e pur se in Europa le prime avvisaglie si erano trasformate in passi concreti, per gli Stati Uniti diviene l'anno della nascita dell'heavy metal. E' l'anno in cui è già possibile sospettare di una certa eterogeneità del nuovo sound: da "Kill'em All" dei Metallica passando per "Forged In Fire" degli Anvil senza dimenticare "Metal Health" dei Quiet Riot che supererà quota sei milioni di copie toccando la vetta del prestigioso e conservatore Billboard. Certi segnali sono percepibili anche ancora dal sound che trova sfogo con Gibson e Marshall dei veri defenders quali Virgin Steele e Manowar e quello di coloro che, addolciscono la propria preparazione tecnica strizzando l'occhio anche ad un più raffinato aspetto estetico come Dokken o Motley Crue.

La ricomposizione del Mark II avviene più per volontà dei manager che dei singoli musicisti. D'altronde i Rainbow di Blackmore (con Glover in formazione), dopo la pubblicazione del discreto "Bent Out Of Shape"(1983) non avevano soddisfatto le ottimistiche aspettative della casa discografica, così come la fallimentare esperienza di Ian Gillan ed i Black Sabbath di Tony Iommi. Infatti "Born Again" dato alle stampe nel 1983  rappresenta un rimpatrio verso le lande del metal, con la voce di Gillan apparentemente estranea a certi territori musicali ed un tour successivo che sarà un vero disastro ed il biglietto di uscita dal gruppo per l'ex singer dei Purple.

In apertura "Perfect Strangers" presenta il brano dall'impatto più immediato:"Knocking At Your Back Door", un travolgente riff che rivela sonorità solide come quelle della decade trascorsa per un testo dissoluto e (quasi) senza freni (Sweet Nancy was so fancy. To get into her pantry Had to be the aristocracy.   The members that she toyed with   At her city club   Were something in diplomacy.   So we put her on the hit list   Of a common cunning linguist   A master of many tongues   And now she eases gently   From her Austin to her Bentley   Suddenly she feels so young: La dolce Nancy era così fantasiosa. Per entrare nelle sue mutande bisognava appartenere all'aristocrazia. I membri con cui giocava al club della città erano bravi nella diplomazia. Così la mettemmo nella lista delle migliori delle comuni abili linguiste. Una maestra di molte lingue e ora passa con classe dalla sua Austin alla sua Bentley ed improvvisamente si sente giovane.). "Under The Gun" è un altro brano in cui si pesta duro ma senza eccedere, lasciando ad ognuno dei cinque svolgere il proprio ruolo in maniera impeccabile. Paice dà il via sul charleston per "Nobody's Home", per una traccia che si sviluppa su un vivace riff di Blackmore, senza nulla togliere alla briosa prestazione di Lord per uno dei testi più sessisti mai scritti da Gillan (She drives me crazy inside my brain She spend my money down a drain So I rolled for my reward How much can I afford And she says Just a little more = Mi fa impazzire entrando nel mio cervello Manda in fumo tutto il mio denaro Ed io che debbo girare Così ci crollo sopra per ricompensarmi Quanto mi posso permettere E lei risponde Solo un po' di più). La title-track si presenta più solenne del brano di apertura, ma con lo stesso e coinvolgente appeal che lascia spazio ad una ritmica trascinante e pesante in cui le semplici partiture blackmoriane, contribuiscono senza alcuna fatica a renderlo uno degli ultimi classici della band. Il fast rock di "Gypsy's Kiss" (dal vivo ancora più veloce) colpisce dritto l'ascoltatore quanto le nuove generazioni di musicisti, se si pensa che le continue martellate di Paice non vengono facilitate né da una doppia cassa né da un doppio pedale. Senza dubbio "Wasted Sunsets" ci regala uno dei più bei momenti lenti mai concepiti dal gruppo, per una toccante esecuzione vocale impreziosita dai continui e mai eccessivi abbellimenti chitarristici. La riassuntiva "Hungry Daze" ci porta in chiusura di lavoro in maniera più che decorosa, tra citazionismi del passato (We all came out to Montreux...dovrebbe ricordarvi qualcosa..) ed accenti musicali che nel riff possono rievocare anche i Jethro Tull.

L'esordio discografico della line up storica dei Deep Purple negli 80's  è un rientro in grande stile nella scena musicale. Un concentrato di mordace hard rock energico caratterizzato dal portante guitar riffing, arricchito ulteriormente dalla laboriosità di Lord che insieme alla eccezionale impalcatura ritmica di Glover e Paice, sostengono ad arte gli stridenti vocalizzi armonizzati di un Gillan ancora in grado di regalarci (almeno in studio) emozioni; le stesse che buona parte del pubblico mai avrebbe pensato di resuscitare, se non durante l'ascolto di quei dischi che hanno permesso a cinque abili e dotati musicisti di dimostrare che i Deep Purple erano (e sono) ben più di una semplice rock band... forse un'IDEA!

 
Carico i commenti...  con calma