Chi ama i Deep Purple come il sottoscritto trova interessante ogni loro uscita discografica, di qualsiasi epoca o formazione, per ovvi motivi uno sguardo particolare viene rivolto ai live e questo di cui voglio parlarvi non dovrebbe passare inosservato.
"Stuttgart 1993" è stato registrato durante il tour di supporto a "The Battle Rages On" (1993), testimonianza di tale tournè già era presente con "Come Hell Or High Water", quest'ultimo seppur accettabile presenta alcune pecche come una scaletta troppo corta rispetto al concerto (appena 9 brani), una serata quella di Birmingham, dal quale provengono la maggior parte dei pezzi, non delle migliori, infatti Blackmore e Gillan si comportano da perfetti estranei stuzzicandosi a vicenda, il tutto è documentato dalla versione video del concerto, ed è evidente tra l'altro paragonando il dvd con il cd che su quest'ultimo sono presenti sovra incisioni, cosa inusuale per i Deep Purple.
Bene i punti deboli di "Come Hell Or High Water" diventano quelli di maggior pregio per "Stuttgart 1993"; in doppio cd viene proposta l'intera scaletta della serata che oltre a tutti (o quasi vista l'abbondanza) i classici del gruppo, propone anche qualche sorpresa come "Anyone's Daughter" direttamente da "Fireball" oppure la cover dei Rollin Stones "Paint It Black", oltre chiaramente a molti brani provenienti da "The Battle Rages On" che a parte la title track proposta solo di recente, non verranno più eseguiti in futuro.
Cosa più importante però è sicuramente lo stato di grazia con il quale si presentano sul palco i nostri eroi, già dall'intro che introduce una magnifica "Highway Star" si capisce che stiamo per ascoltare un grande concerto, Gillan riesce ancora a cantare come solo lui può, Lord sembra provenire direttamente dal California Jam con frequenti improvvisazioni ed introduzioni mozzafiato, Paice dispensa la solita classe che pochi hanno, hanno avuto e avranno, Glover come sempre una garanzia ed infine The Man In Black, una leggenda, colui il quale aveva il potere di rendere un concerto dei Deep Purple memorabile, si cimenta in una prestazione sbalorditiva, che lascia senza parole.
I momenti esaltanti della serata sono "Knockin At Your Back Door" preceduta da quasi dieci minuti di improvvisazione prima di Blackmore e poi di Jon Lord che da il via definitivo al pezzo; una rara e ben eseguita "The Battle Rages On" e infine "Speed King" monumento metal che presenta nel mezzo una citazione a "Burn" senza chiaramente l'intervento di Gillan (lui stesso ha dichiarato di aver provato più di qualche volta, anche di recente su richiesta di Steve Morse, ad eseguire il brano, ma con scarsi risultati).
Concludendo questo live ci presenta una serata in cui si respira la magia di un tempo in cui è presente l'alchimia che ha contraddistinto i Deep Purple per tanti anni, personalmente lo considero dopo "Made In Japan" e "The Final Concert" il miglior live dei Purple.
A buon intenditor poche parole.
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