Premetto che Halcyon Digest è il primo album dei Deerhunter che ho ascoltato, dopodichè ho prestato un'orecchio (anzi due) moolto distratto a Microcastle. Detto questo, per chi non lo sapesse i Deerhunter sono un gruppo di Atlanta di sei persone (o forse 5 e mezzo, considerate le dimensioni del cantante/chitarrista Bradford Cox), con 4 album pubblicati dal 2005.

Allora, inizio a recensire l'abum, l'ultimo, questo HD uscito nel 2010.

Comincio subito dai pezzi forti, vale a dire la prima traccia, Earthquake, che col terremoto ha poco a che fare (ma ne siamo sicuri?...): un avvolgente vortice di chitarra che ti rapisce a mano a mano, fino a lambire toni shoegaze, voce filtrata di Cox, insomma ci siamo capiti, un pezzone. Memory Boy si apre con un festoso organo squisitamente Sixties, qualcosa che richiama quei geniacci dei Byrds, un pezzo che si può anche ballare, spensieratamente. Helicopter, altro esempio della loro psichedelia "acquatica", sprofonda in cerchi concentrici fino al collasso finale. Desire Lines è psych-pop (ancora echi dei ‘60 che contano), e culmina con una lunga coda psichedelica che non lascia scampo. A mio parere, questi sono i pezzi migliori dell'album, quelli che hanno qualcosa in più rispetto agli altri. I pezzi più brevi (Don't Cry, Revival, Fountain Stairs), richiamano ancora il folk-pop psichedelico di Byrds e compagnia bella, seppur percorsi da una sporca elettricità. Sailing, il pezzo più lento, indugia un po' troppo nella sua autoreferenzialità, e lo stesso rischio sembra correre l'ultima traccia, He Would Have Laughed, che comunque scivola via con leggerezza come una sottile pioggia primaverile.

Insomma, Halcyon Digest non è certamente un capolavoro, tuttavia è un album con alcune tracce notevoli, fatto di umori ed atmosfere, in bilico fra spensieratezza, malinconia e gioia, fra filastrocca infantile e ricerca psichedelica. Consigliato agli amanti del genere e non solo.

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