I britannici Def Leppard, si sa, furono una delle formazioni Hard Rock più rappresentative (e talvolta sottovalutate) degli anni '80, una vera e propria icona musicale di quell'epoca, consacrati da dischi divenuti veri e propri cult come "Pyromania" o "Hysteria" e funestati da tragici eventi come l'incidente occorso nel 1984 al batterista Rick Allen (che gli costò un braccio) o la morte del chitarrista Steve Clark nel 1991, dovuta all'abuso di alcol e droga.
Sorprende, di fronte all'eccellenza dimostrata in oltre trent'anni di carriera, come sia sempre passato in secondo piano un debutto del calibro di "On Through The Night", scoppiettante platter di Rock pesante prodotto in Inghilterra nel 1980 ma pregno di elementi tipici del suono americano, dai giri di chitarra ai cori che talvolta sembrano fare il verso ai Kiss, in un impasto sonoro d'effetto di grande originalità che finì per essere inglobato nel nascente ed eterogeneo crogiolo musicale che all'epoca prendeva il nome di NWOBHM.
Il disco, pur se in parte contaminato dalle melodie dell'Hard Rock d'oltreoceano, costituisce a tutti gli effetti uno dei capisaldi della seconda ondata dell'Heavy Metal britannico, grazie a composizioni solidissime e di alto livello, nonché a una produzione che, in mano al mitico Tom Allom (Judas Priest, Black Sabbath, Krokus), rende al meglio la carica e l'energia dei cinque scalmanati di Sheffield. Impossibile contenersi e non provare un brivido all'ascolto della sfrontata grinta di "Rock Brigade", opener da Hall Of Fame interpretata da un Joe Elliott più in forma che mai che va a formare, assieme alla fantastica "Satellite" (forse il brano più riuscito sotto ogni punto di vista, con un Rick Allen che denuncia apertamente ma magnificamente i propri debiti artistici verso Mr. Peter Kriss), alla terremotante "Wasted", sorretta da un riffone pesantissimo e inarrestabile da antologia, alla bellissima "Answer To The Master" e alla lunga e stupenda conclusione di "Overture", il cuore pesante e il nucleo d'eccellenza del platter, l'apice compositivo del disco. Menzione d'onore va in ogni caso anche alla blueseggiante e sofferta "Sorrow Is A Woman", che nell'alternanza di delicate parti acustiche e rabbiose sfuriate elettriche riesce a farci immedesimare con stupefacente realismo nella bruciante frustrazione di un cuore spezzato, oltre che alla più mesta e intensa "When The Walls Came Tumbling Down", che prefigura gli scenari apocalittici di un olocausto nucleare causato dalla dissennatezza e dalla follia umana.
A questa eccellenza fanno da controparte canzoni come "Hello America", "It Could Be You" e "It Don't Matter", più melodiche nei ritornelli e decisamente più orientate verso sonorità AOR e americaneggianti, ma in ogni caso all'altezza dell'alto livello complessivo del disco, mentre la più classica "Rocks Off" pare quasi anticipare di pochi anni lo stile inconfondibile dei nostrani Vanadium (e infatti odora fortemente di Deep Purple e Rainbow).
Un album che non può mancare quindi, questo "On Through The Night", nella discografia di tutti gli amanti dell'Hard Rock e degli estimatori del Leopardo Sordo, un vero e proprio classico che gettò le basi di una carriera artistica sopra le righe, un disco epocale che nel 1980 andò a posizionarsi tra le pietre miliari, tra i mattoni fondanti del nascente edificio della NWOBHM e che ancora oggi resta tra i capolavori (un po' sottovalutati) del Rock di quegli anni.
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