Chino moreno è magro (e canta meglio dei tempi d'oro).

Si sa, è abitudine iniziare una recensione con una frase ad effetto, e credo che per questa volta non ce ne sia una migliore. Ma facciamo un po' di storia. I Deftones (probabilmente uno dei gruppi più importanti dell'ultimo decennio) erano in piena crisi: album non pienamente apprezzati da fan e critica misti ad un insipido side project e un "Greatest Hits" che tanto sapeva di riempitivo, un nuovo lavoro, ossia "Eros", già annunciato nel tour di "Saturday Night Wrist", mai ultimato e sospeso a poche settimane dall'uscita, il tutto tra sporadiche apparizioni live di bassissimo livello che denotavano una condizione fisica di alcuni elementi a tratti allarmante.

Poi, la ciliegina sulla torta, Chi Cheng, storico bassista della formazione, ha un incidente gravissimo e finisce in coma, lasciando il resto dei componenti con la grande responsabilità di mandare avanti il progetto senza un elemento quasi insostituibile. Quale gruppo non rischierebbe di sciogliersi dopo vicissitudini simili? E invece... Reclutato Sergio Vega come nuovo bassista, il quintetto abbandona il progetto "Eros" con gran stupore della stampa per dedicarsi completamente ad un nuovo album, e in pochi mesi, è già sugli scaffali "Diamond Eyes", il disco che ha segnato la rinascita definitiva di uno dei gruppi pilastro del rock\metal moderno.

E forse ricordandosi l'epica presenza all'Independent Days Festival una decina d'anni fa (per i nostalgici, vi ricordate lo special su TMC?) ecco che i Deftones tornano in Italia alla grande assieme ai nostrani Linea 77 in quel di Collegno, la stessa sede del prossimo Gods Of Metal, per un'unica, indimenticabile data. Perdo senza rimpianto l'esibizione dei Linea, ed ecco che in un attimo parte "Diamond Eyes", opener del disco omonimo. Da li in poi, è il delirio.

La scaletta è generosa, varia, intensa, e spiazza non poche persone tra cui il sottoscritto, proponendo sia estratti dal nuovo disco ("Diamond Eyes", "Rocket Skates", "CMD\CTRL", "Sextape", "Beauty School", "Prince", "You've Seen the Butcher") che vere e proprie "chicche" come "Birthmark", "7 Words", "When Girls Telephone Boys", "Lotion", passando per i soliti classici quali "Elite", "Change (In The House of Flies)", "Passenger", "Knife Party", "My Own Summer (Shove It)", "Be Quite And Drive", "Root", "Minerva", "Feiticeria", "Around The Fur".

A parte un paio di sbavature (Stephen è fuori tempo in paio di pezzi seminali come "Passenger") e la delusione di non sentire alcun estratto dal penultimo album, apprezzato e non poco dal sottoscritto (le micidiali "Rats! Rats! Rats!" e "Combat" avrebbero reso la scaletta praticamente perfetta...), il concerto rasenta la perfezione: la resa dal vivo dei nuovi pezzi è altissima e tutti i componenti sembrano aver ritrovato una spontaneità e una coesione che ricorda paurosamente il gruppo agli albori (1997: "Around The Fur" è inserito nella lista dei 50 migliori album Metal della storia...), con un Chino Moreno in stato di grazia. La sua voce non subisce un calo in quasi due ore d'esibizione e in alcuni casi supera persino le performance su disco (gli estratti da "Adrenaline" sembravano registrati l'altro ieri...) mentre la sua forma fisica sembra definitivamente recuperata, cosa che giova assai alla sua già personalissima presenza scenica.

Dimenticatevi il felpone che andava a coprire le tonnellate di grasso accumulate in anni di eccessi, Chino si è presentato in camicia, jeans aderenti e un elegantissimo orologio da polso, quasi a suggellare la sua ritrovata maturità, alla faccia di chi se lo ricordava grasso, sgraziato e con una voce ormai da dimenticare. Se poi aggiungiamo che a fine concerto mi è stato possibile incontrare gran parte del gruppo con tanto di autografi e brevi ma intense conversazioni (ho persino consegnato di persona il demo del mio progetto ad un Sergio Vega accorso appositamente), cosa impensabile per delle celebrità di questo calibro, la summa è che abbiamo assistito ad un vero e proprio miracolo.

Evento dell'anno.

P.S.: Si tratta di una nota puramente personale. Conoscete per caso un gruppo italiano chiamato Helia? (leggetevi l'ultima intervista pubblicata su groovebox) Beh, forse quella che è l'unica nota negativa del concerto centra proprio con loro, anzi, con il loro ex front man. L'ho incontrato per puro caso proprio sotto il palco e non si è degnato nemmeno di un accenno di saluto, neanche che ne so, "Toh anche voi a vedere i Deftones!", e io dico, perbacco, l'unico concerto che sono riusciti a fare in Umbria è stato grazie al sottoscritto, che li ha ospitati in casa addirittura gratis per la notte... E pensare che il bassista dei DEFTONES è venuto apposta per salutarci e uguale Chino e Frank Delgado, accorsi per stare un po' coi fan a concerto terminato... Fate le vostre debite conclusioni.

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