Sebbene in complesso non sia un brutto album, non supera la soglia del "buono bello" e di conseguenza, soprattutto rispetto alle aspettative che si erano create, in fondo è una delusione. Sarà che io dai deftones mi aspetto sempre il meglio.
Ma andiamo con ordine:
"Hole in the earth"
Una delle migliori tracce dell'album. Inizia con un potente riff metal per poi disperdersi in arpeggi armonici che accompagnano la malinconica voce di Chino, continuando in questo modo anche nel ritornello dove il suono di Stephen si fa più intenso e deciso, accompagnato dagli effetti di Delgado. Un'ottima riuscita del nuovo sound che vogliono proporci. Voto: 8
"Rapture"
Canzone molto potente. Strutturata quasi unicamente su riff pesanti con qua e la alcuni intermezzi armonici. Con un Abe che se ne vedono pochi. Forse un pò ripetitiva. Il ritornello spacca un casino. Anche in questa canzone il contributo di Delgado è essenziale. Voto: 7.5
"Beware"
Molto lenta e armonica nella struttura, ma con un sound davvero pesante, grazie al sinth di Delgado e al basso filtrato di Chi, ma allo stesso tempo elegante e pulito, con arpeggi di tastiera che accompagnano quasi tutta la canzone. La batteria è usata unicamente come accompagnamento. Nel finale tutto regredisce in uno spasmo adrenalinico. Un altro buon esempio del nuovo sound deftoniano. Voto: 6.5
"Cherry Waves"
E qui inizian le dolenti note. Sembra partire bene, con suoni molto dark che ricordano i Cure, ma poi tutto sfocia in una linea melodica quasi stancante e ad aggravare ciò si aggiunge il fatto che la canzone abbia un ritmo molto molto calmo. Sebbene si nota la minuziosa cura dei suoni, l'idea di base, questa improvvisazione del suono portata all'esasperazione facendola sembrare quasi un esercizio di stile, resta molto difficile da assimilare. Voto: 4.5
"Mein"
Sebbene parte con una struttura molto bella ed elegante all'orecchio, ha degli improvvisi cambi di ritmo, i quali, anche se un po' difficili da digerire, potevano essere sviluppati meglio, ma il risultato non è granché, grazie anche alla linea vocale di Chino che in questi passaggi non è il massimo. Sicuramente Serj Tankian ci mette del suo in questa canzone, con la sua bellissima voce che non poteva essere più azzeccata per l'occasione, sebbene sia sfruttato poco. Finale orribile. Voto: 5
"u, u, d, d, l, r, l, r, a, b, select, start"
Traccia strumentale ma migliore canzone dell'album. I bellissimi arpeggi di stephen si fondono con la batteria di abe che in questo brano ci sforna una delle sue migliori esecuzioni melodiche. Il risultato è una lenta melodia ipnotica che ci accarezza i timpani. Da ascoltare ad occhi chiusi. Voto: 10
"Xerces"
Un altro chiaro esempio di come il ruolo di Frank Delgado, considerato molte volte inutile per la band, sia invece fondamentale per la riuscita del sound deftoniano, che, posso dire senza esagerare, è unico nel suo genere. Ascoltate questa canzone e ascoltatevela fino al consumo dei vostri timpani perché è un brano fottutamente bello. Una delle cose più dolci che poteva partorire quella mente geniale del quintetto californiano. A farlo da padrone sicuro è il sinth di Frank ma ogni membro ci mette del suo. Il cantato di Chino non poteva essere più bello è appropriato per una melodia stupenda. Voto: 10
"Rats! Rats! Rats!"
Uno di quei casi in cui la band sembra aver perso l'inventiva che la caratterizzava in principio. Sicuramente quest'obbrobrio è la cosa più brutta mai concepita da Chino e soci. Un potente riff metal riusato all'inverosimile con un ritornello che non ci azzecca niente col resto, il quale poteva avere anche un senso, ma purtroppo, come il resto della canzone, fa schifo, sembra quasi buttato lì a coprire i buchi del brano. Unica nota positiva è l'ottima esecuzione di Abe, forse una delle migliori, ma insufficiente a rendere il pezzo all'altezza della band. Voto: 1
"Pink Cellophane"
Bah. La perplessità è molta quando in un album con un suo particolare contesto ci ritrovi un pezzo del genere che non c'entra un'emerita minchia col resto, e neanche con i deftones in generale se per questo. Molto probabilmente (anzi sicuramente) un pezzo voluto da Chino, infatti non si potrà non notare di come questo brano suoni maledettamente alla Team Sleep. Una base elettronica ripetuta per tutta la canzone con qua e là effetti da quattro soldi che accompagnano la voce di Annie Hardy, dei Giant Drag, che non canta ma bensì parla, parla ininterrottamente per tutto il tempo, un parlato che dopo subito diventa logorroico per l'ascoltatore che dopo i primi minuti sicuramente finirà per chiedersi quando diamine smette. Voto: 1
"Combat"
Canzone in puro stile deftoniano, carina all'ascolto, sebbene poteva essere sviluppata molto meglio. Voto: 6
"Kimdracula"
E dopo un album intero che sembrava deludere i deftones ci regalano quest'altra chicca. L'intro ricorda molto "Change", ma poi prosegue in maniera totalmente differente. Il sound ci rimanda al precedente album. Sebbene abbia anche questa i suoi alti e bassi, nel complesso è una canzone molto carina. Voto: 6.5
"Riviere"
Ottima canzone. Chiude l'album nello stile deftones. A farla da padrone è Stephen con le sue svariate distorsioni inserite in complicati arpeggi. Senza dubbio una chiusura molto più dark e cupa rispetto a quelle degli altri album, ma si addice perfettamente al contesto in cui è inserita. Voto: 7
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