Dopo le deludenti (a detta di fans e critica) prove con la Roadrunner, i Deicide cambiano etichetta e nel 2004 tornano sulle scene musicali con "Scars Of The Crucifix", da molti definito come il ritorno alle origini e alla violenza che caratterizzò i primi lavori della storica band di Glen Benton.

A proposito di Glen Benton (singer e bassista del gruppo), è praticamente impossibile non soffermarci sulla sua figura tanto discussa quanto amata: da come si può intuire, non è proprio il classico ragazzo della porta accanto! Infatti, oltre che per le sue capacità vocali, questo personaggio si è fatto notare anche per le sue stranezze, che girano tutte intorno alla sua orgogliosa devozione al satanismo; basti dire che si è fatto marchiare a fuoco una croce rovesciata sulla fronte. Ma lasciamo perdere, basta parlare sempre di tutto ciò che va oltre la musica, meglio che inizi a parlare un pò di questo disco.

Nove pezzi totali, poco meno di mezz'ora di pura violenza in salsa brutal death, pezzi veloci e senza fronzoli, con riff taglienti, una sezione ritmica indemoniata e assoli corti ma diretti. Il tutto accompagnato dal growl di Benton, bello, violento, aggressivo, delle volte pure affiancato da uno scream in sottofondo. Non c'è neanche un momento di lentezza, non c'è traccia di melodie, non ci sono inutili virtuosismi, ci sono solo bordate veloci e dirette, alle volte pure orecchiabili, come la bellissima "Fuck Your God", o la title track, anch'essa stupenda. Ma attenzione, questo non vuol dire che le canzoni sono noiose e tutte uguali tra di loro, bensì il contrario. Certo, i fans di vecchia data sicuramente non lo eleggeranno come il migliore album del gruppo, ma resta il fatto che è comunque una buona prova, anche se è difficile fare confronti con i primi storici album. E inoltre, grazie alla sua poca durata, può essere apprezzato anche da chi non è molto avvezzo al death e similia.

I testi, come loro solito, sono tutti rigorosamente blasfemi e hanno come unico scopo quello di riversare odio sui cristiani e sulla religione cattolica; elogiando, al contrario, il signor Satana. Un esempio? "When Heaven Burns", dove si intravede una certa ostilità verso chi crede nel Signore: "Murdering Christians and torturing them / Conquering churches and slaughtering lambs / Doing it all for my love of Satan / (I love you Satan, my lord)"... Personalmente non mi da affatto noia sentire questo tipo di cose (nonostante non abbia la tessera della chiesa di Belzebù :) ), anzi, mi fa venire da sorridere, a tratti lo trovo addirittura divertente... Se c'è ancora gente che si scandalizza per questo genere di testi allora siamo messi veramente male! Ed è anche per questo motivo che apprezzo questo album.

Insomma, un disco bello, violento, veloce, diretto, blasfemo, piacevole, abbastanza accessibile, a tratti pure orecchiabile, e in alcuni casi anche divertente (anche se per molti potrà non sembrare così)... Consigliato!

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