Ho voluto documentarmi per conoscere al meglio i Deicide, una delle band simbolo del Death Metal. Ho voluto documentarmi anche perchè non voglio scrivere banalità nella mia recensione, visto che ci troviamo davanti al nuovo disco della band di Glenn Benton. Non spenderò ulteriori parole sulla bizzarra personalità di Benton, perchè sarebbe banale e scontato. Prima di tutto: la band.
I Deicide si ripresentano in studio con una formazione rinnovata: Benton e il batterista storica Asheim chiamano alla loro corte Jack Owen (Ex Cannibal Corpse) e Ralph Santolla (ex Death e Iced Earth, dopo l'abbandono dei fratelli Hoffman. E forse questo rinnovamento ha dato nuova aria alle idee di Benton. Il disco doveva uscire su iTunes per il 6 Giugno 2006 (piccolo giochino.. 06/06/06), e dopo averlo ascoltato attentamente, a facendo piccoli parallelismi con i precedenti lavori della band (di cui considero solo uno il vero apice: 'Legion'), posso dire che i Deicide questa volta hanno sfornato un disco molto buono.
Ci ritroviamo sempre davanti il solito disco di appena 40 minuti, e come al solito ricco di sfuriate di brutalità sonora. 9 brani soltanto, in stile Deicide, produzione eccelente, ma soprattutto molte nuove e buone idee. I Deicide ci avevano deluso con i vecchi lavori: "Insineratehymn", "In Torment In hell" e "Serpents of the Light" erano mediocri, "Scars of the Crucifix" non era un granchè come album, anche se si avvertivano segni di ripresa.
Ripresa che è definitiva in questo album, e non azzardo se dico che troviamo anche piccolo, piccolissimi stralcio di melodia alle chitarre (alla voce non proprio...). Manco a dirlo, il disco si apre con la title track, "The Stench of redemption" inizia veloce e aggressivo, con l'infernale growl di Benton che bestemmia in continuazione. Il Riffing è veramente impeccabile. Il brano presenta i primi cenni melodici alle chitarre in unisono, fino agli assoli: belli, ben suonati, lunghi ma non noiosi, anzi. Continua con "Death to Jesus", che conferma la mia tesi: nonostante la velocità del brano sono presenti sempre piccolo sprazzi di lucida melodia. Una nota particolare meritano gli assoli di questo disco: se nei precedenti lavori erano bravi e fulminanti, in questo disco sono studiati, conformi al brano, ben eseguiti, a volte lunghi, a volte sono proprio duelli tra i due chitarristi.
"Desecration" presenta un'interessantissimo ed affascinante intro, un incedere teoricamente lento rispetto gli standard dei Deicide e di nuovo questa affascinante insolita attitudine ad una ricercata e quasi nascosta melodia. Il brano velocizza nella parte strumentale per poi chiudere nell'ultima sfuriata vocale di Benton.
Eccoci quindi ad uno dei brani già pubblicati per la promozione: "Crucified for the innocence". Eccellente brano: una sezione ritmica meravigliosa, riff eccezionali e originali, per un brano che supera i 4 minuti con un ritornello che è di facile ascolto e immediata è la sua memorizzazione. Bellissima la variazione in mezzo al brano con degli assoli veramente lodevoli. "Walk with the devil in dreams" presenta un incedere più heavy e non death, ma questa piccola variazione si spegna durante il cantato di Benton, in cui i ritmi si fanno serrati e più martellanti.
"Homage for Satan" invece è l'altro brano rilasciato per la promozione, che presenta un'influenza più thrash mantenendo un incedere brutale e massacrante per tutto il brano. "Not of this earth" è bello tirato, un brano possente e brutale dall'inizio fino alla fine. Stesse impressioni che mi rivela "Never to be seen again". Veloce quanto basta per assicurare una potenza sonora lodevole. "The Lord's Sedition" invece è una perla: intro con degli arpeggi di chitarra a sostenere un'atmosfera oscura dall'inizio, con degli inserti chitarristi dalla buona melodia che creano una forte attesa per lo scppio del brano. La sezione strumentale di questo bellissimo brano è quanto di più bello i nuovi Deicide possano fare, e lo scoppio del brano si fa attendere più di 2 minuti. Un brano che dura quasi 6 minuti e il più bello dell'intero disco. Non gli darei mai 5.
Questo disco è orfano delle menti creatrici del Deicide sound che tanto mi affascinava ai tempi di 'Legion'. Questo disco è la fusione di più menti che con i Deicide non c'entrano molto, e proprio per questo ne esce fuori un disco veramente bello, ottimo a tratti, ma inferiore a quel debutto e a quel disco seminale che era appunto 'Legion'. Ma tanto di cappello ad un gruppo che comunque ha saputo, almeno stavolta, rinnovarsi di quel tanto per fare un disco che è veramente degno di nota. E per i Deicide questa abitudine ormai si era persa.
Sento di consigliarlo vivamente a tutti i fan dei Deicide e ai fan del death metal fatto finalmente bene.
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