Cold Star: A Noise Inc. – Deison / Cranioclast: Il Suono della Fine, il Rumore dell’Inizio

La stella fredda si è spenta da tempo, eppure il suo eco sopravvive in una registrazione impossibile, un’onda fantasma che si insinua negli interstizi del silenzio. Cold Star: A Noise Inc., la collaborazione tra Deison e Cranioclast, è il suono residuale di un mondo in rovina, un segnale trasmesso da una civiltà estinta, raccolto e frammentato in undici distorsioni del reale.

Frutto di uno scambio virtuale durato dal 2019 al 2024, questo lavoro non è solo un’opera musicale, ma un esperimento di ricomposizione postuma. I suoni vengono sezionati, ricombinati, destrutturati in una serie di enigmatiche enciclopedie circolari, frammenti di conoscenza perduta rimodellati attraverso il caos elettronico. L’uso degli anagrammi per i titoli non è un gioco linguistico, ma un codice, una crittografia psichica che nasconde un ordine segreto nella disgregazione.

L’enigma Cranioclast: tra anonimato e decostruzione sonora

Nulla, o quasi, si sa dei membri di Cranioclast. Non esistono generalità anagrafiche, né dettagli biografici: solo un alone enigmatico che li avvolge fin dagli esordi. Ogni loro pubblicazione è un frammento di un puzzle indecifrabile, ogni nome un enigma linguistico. Il loro stesso pseudonimo è una mutazione continua: Kranioklast all’inizio, poi Cranioclast, e infine Sankt Klario e Soltan Karik, anagrammi che si rincorrono in un gioco di specchi lessicali e concettuali.

Questa opacità identitaria non è semplice strategia elusiva, ma un atto di sabotaggio della personalità artistica: la musica di Cranioclast è un organismo autonomo, una voce che non necessita di volti. In Cold Star: A Noise Inc. questa filosofia raggiunge il suo apice: le tracce sembrano generate da un’intelligenza arcana, svincolata da qualsiasi attributo umano.

L’architettura sonora del collasso

Deison e Cranioclast costruiscono il loro paesaggio sonoro come un archivio di macerie digitali. Il rumore diventa struttura, la distorsione si trasforma in un linguaggio, il glitch è il battito cardiaco di una macchina che non sa di essere morta.

Qui il suono non accompagna: si impone, frattura il tempo e lo riconfigura in cicli ossessivi, come un loop che si dissolve prima di completarsi. I paesaggi sonori si alternano tra vastità siderali e claustrofobie industriali, tra sibili sintetici e colate di feedback che risuonano come sirene di allerta di una città abbandonata. Non esiste conforto, non c’è una narrazione lineare, ma solo immersione totale in un ambiente ostile e magnetico.

Un rituale di trasmissione tra rovine

L’influenza di Michael di Kallabris e la lettura di Sankt Traumartinszug di Soltan Karik sono il sigillo finale su questa escursione sonora. La voce si dissolve in un’onda lunga, un requiem sintetico che accompagna il dissolvimento di ogni riferimento conosciuto. La sound art qui si spinge oltre la sperimentazione: è un atto di archeologia sonora, un’evocazione di segnali perduti, una comunicazione tra entità che forse non esistono più.

La collaborazione tra Deison e Cranioclast segna un nuovo capitolo della sound art contemporanea. Cold Star: A Noise Inc. è un’implosione di suono e memoria, il crepitio di una civiltà che si dissolve nelle interferenze dell’etere.

Non c’è luce in questa stella, solo il rumore che rimane.

 

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