1975: il giamaicano Balley trasferitosi a birmingham, fonda i Delegation, gruppo che spesso cambierà formazione poi nel tempo. Fino al '79 è una lenta ascesa al successo, qualcosa in effetti viene apprezzata più negli States che in Gran Bretagna, ma è proprio nel 1979 la svolta, con cambio di etichetta discografica, un budget maggiore e l'esplosione di una nuova vena musicale, ricca e fertile: molti i pezzi di quest'album che domineranno non solo la scena internazionale della disco music di quell'anno, ma ne influenzeranno il percorso nel decennio successivo.
La copertina è il giusto preludio all'ascolto, una dance elegante e raffinata che si ascolta, finalmente, oltre che ballarla, "you and I" traccia azzeccatissima, uno di quei pezzi che indovini una sola volta in una carriera, chitarrina ritmica, regina assoluta di un tempo che fu, così ben shakerata con pianoforte e archi da far impallidire nile rodger e bernard edwards che l'avevano "inventata". Tutto assume una dimensione dance completamente diversa dalle precedenti, prodotto da discoteca sì, ma raffinato tanto. Il giro del pianeta musicale lo fanno anche "stand up reach for the sky" una traccia straordinaria, con fiati e ritmo "semplicemente travolgenti", un affiatamento corale strepitoso, che sottolinea un ritornello che entra cosi facilmente nei sistemi auricolari di una generazione; e anche "one more step to take", morbida, vellutata, voluttuosa, una ballata sensuale ed elegante. E ancora senza sosta: "heartache n.9", con un ritmo incessante dal buon sapore funky, così pieno di energia, così avanti con l'arrangiamento; in fila indiana verso il successo anche "darlin" già conosciuto al grande pubblico perchè già singolo di successo anticipato all'Album, pochi e semplici accordi, ma cosi ben orchestrati ed immersi in un gioco di voci perfetto, che ne fanno un disco prelibato che non poteva mancare in "questa sequenza micidiale" della nostra Opera.
Come non potevano mancare gli altri singoli anticipati all'Album, "put a little love on me" che imperversò in tutta Europa con posizioni stabili sempre molto alte nelle classifiche Italia, Germania, Francia; dance di facile presa, in linea con gli stardard modaioli dell'epoca ed il lento "welcome to my world" traccia dolcissima, archi e voci in falsetto fanno sognare non solo chi è innamorato.
Un album prezioso, non solo significativo dell'intero decennio 80/90, ma attestato tra i migliori 10 lavori mai realizzati in ambito disco music. Forse niente di particolarmente impegnativo, solo acquavite, che inebria e fa star bene.
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