Trento 24/07/06 e il pubblico è in delirium!
Finalmente dopo 30 anni di silenzio una delle più grandi legende del prog italiano ha ripreso vita e tra l'altro con ambizioni più grandi del previsto. Il grande "Ivanone" non c'è più, ma questo poco importa visto che Pino Di Santo (batteria,percussioni e voce) è riuscito a portare con se Ettore Vigo (piano, tastiere, organo hammond e voce), il carismatico Martin Grice (flauto, sax e voce) e due nuovi membri alla chitarra e al basso (Roberto Solinas e Fabio Chighini).
In questo bellissimo live di 70 minuti prodotto dall'etichetta genovese "Black Widow", le chiacchiere stanno a zero: la band è riuscita a mantenere le atmosfere prog folk spettrali dell'album "Lo Scemo e Il Villaggio" e le malinconiche e profonde melodie di "Dolce Acqua" in modo esemplare e virtuoso. Oltre agli ottimi passaggi tecnici, i "Delirium" hanno mantenuto col tempo anche la loro intonazione vocale e hanno arricchito la performance con celebri dediche ai "Jethro Tull" e "Joe Cocker". Questo bellissimo live stampato anche su vinile per i collezionisti più accaniti, apre con un'immediata scarica di energia con il brano "Villaggio" dove Martin Grice e Pino di Santo fanno dimenticare i loro 60 anni (non potevano scegliere un brano migliore per iniziare con quei riff graffianti di chitarra). Con le tracce seguenti ci riportano alle atmosfere di "Dolce Acqua" con i brani "Egoismo" e "Paura": dolci, malinconiche e in chiave hippie; uno strabiliante coro mi fà ricordare quei stupendi versi......"La paura che ormai corre dentro di me che so / Resterà di noi solo un grande falò".
L'arrivo di "Culto Disarmonico" ricorda chiaro e tondo lo stile del gruppo a inserirsi facilmente nel mondo prog folk (incessante e complicata) e il brano "E' l'ora", invece, è una dedica ai grandi della musica italiana Mogol e Lavezzi (singolo degli anni '60 riproposto dalla band che non compare nei loro vecchi album).
Senza dubbio, il brano migliore riproposto in questo live è "Gioia, Disordine, Risentimento": ambientazioni spettrali, mistiche e un ottimo arrangiamento jazz. Forse è stata la loro canzone più difficoltosa ma in compenso riuscitissima e senza sbavature. Ettore Vigo ha voluto che Martin Grice suonasse due canzoni dei Jethro, forse per ricordare ai loro fans la dovuta ispirazione e infatti Grice non sbaglia una virgola con il suo flauto e mostra tutto il suo talento con "Bourèe" e "Living in the past".
Ma purtroppo ecco che arriva l'unica nota stonata del disco con il nuovo singolo "Notte a Bagdad", che non ha niente a che fare con le vecchie opere, ma anzi che mi ha fatto ricordare qualcosa dei "Nomadi". Bene! Quando si arriva alla frutta di un concerto, si cerca di tirare qualcosa di classico del vecchio repertorio e infatti i "Delirium" lo fanno con due pezzi leggendari come "Johnny Sayre: il Perdono" e "Jesahel".
"Padre tu non sai l'angoscia del momento in cui la ruota di quel treno fu su di me e ti chiedo perdono / Mentre mi portavano giù per la collina vidi ancora la scuola che saltavo per salire a giocare sui treni / e pregai di vivere tanto da provare il conforto di chiedere perdono a te che ancora non sapevi". E questo dice tutto!
Ottimo il finale con "What a Little Help From My Friends" e tutto il pubblico in piedi per un caloroso saluto (o un caloroso Bentornati!).......finalmente la legenda è tornata con un live stupendo e fra poco si appresta per completare la nuova imminente opera che sa già di "Delirium IV".
Il gruppo genovese dopo tanto tempo ha progetti ambiziosi e la "Black Widow" gli ha promesso carta bianca. Speriamo in un album in studio alquanto sperimentale, come hai vecchi tempi e che la "Notte a Bagdad" rimanga a Bagdad.
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