Dopo "Dolce Acqua" ho voluto recensire anche "Lo Scemo e Il Villaggio": secondo lavoro per questo grande gruppo e anche se non gode di grande fama come il precedente si può dire che anche questo è suonato divinamente.
Pubblicato nel lontano 1972, questo album perde un pò di spessore con l'uscita dal gruppo di Ivano Fossati (ma non per questo si può dire che sia nettamente inferiore!). Certamente le liriche perdono un bel pò rispetto a "Dolce Acqua" ma la composizione delle musiche sembra che sia in parte evoluta. E infatti questo è un Concept Album!
8 intensi brani per 37 minuti di grande musica, ma questa volta c'è Mimmo Di Martino a cantare e non è da meno! Ma veniamo al sodo! In questo lavoro prevale una certa dominanza del flauto e del sax tenore che esplorano la melodia tendenzialmente più rispetto al jazz e alla musica etnica che a quella psichedelica. È molto folk!
Probabilmente la canzone "La Mia Pazzia" è l'unica grande canzone pop dell'album ma se si ascolta tutto si notano certi momenti di pesante grande progressive. La canzone d'apertura è "Villaggio": un eccellente lavoro strumentale fatto da piano e flauto chericorda molto i Jethro Tull.
"Tremori Antichi" è una splendida ballad e "Gioia, Disordine, Risentimento" è secondo me la traccia più complessa e fantastica. "La Mia Pazzia" e "Sogno" ricordano "Dolce Acqua". Le ultime tre invece: "Dimensione Uomo", "Culto Disarmonico" e "Pensiero Per Un Abbandono" sono quelle più sinfoniche che vanno a completare la suite. Bello, affascinante, intenso! Da sentire e risentire!
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