ore 1,11: nel tendone della sagra paesana, Francesca Tourè attacca quello che sarà l'ultimo bis, iniziano i beat elettronici, partono i tappeti sonori eterei e lontani, per poi crescere e svilupparsi in un pezzo decisamente techno, il ritmo aumenta, la cantante si muove sinuosa e scatenata, ammicca-sorride-urla, balla immersa nella musica che la cattura completamente.
Seduta su una panca ad un tavolo, davanti ad una porzione di patatine fritte, con l’immancabile sigaretta e la fedina al pollice, in compagnia di Massimiliano, Benedetta, e amici vari, la Tigre di Cremona sorride sorniona e pensa: “perché io non l’ho fatta così?” . Non potevi, cara Mina, prima di tutto perché 30 anni di musica non si colmano con un’idea fulminante, secondo perché la tua versione di “Se telefonando” era già perfetta così (peccato che i diritti d’ autore vadano a Costanzo...), ma i Delta V hanno fatto in modo di creare un pezzo totalmente nuovo, partendo dallo stesso insieme di note, l’hanno talmente spezzataframmentata-ricompostareimpacchettata da riuscire a dare forma alla stessa fine di un amore con colori talmente diversi da chiedersi perché non possono convivere senza che una risulti la “cover” dell’altra.
Poco prima, ad un altro tavolo, Mushroom e 3D, bevendo birra e apprezzando la biondissima Francesca sul palco, tanto da volerla nel prossimo disco dei Massive Attack, saltano in piedi non appena riconoscono la loro “Unfinished Sympathy” che fa da break alla personalissima “Sul filo”: solo i Delta V potevano eseguirla dal vivo senza far rimpiangere l’originale! Grandi Delta V: suonano per quasi due ore, percorrenso su e giù tutta lastoria del gruppo milanese, passando dal rock dell'ultimo "PioggiaRossoAcciaio”, al reggae, al dub, alla techno di molti loro pezzi, e lo fanno quasi ininterrottamente, senza interloquire col pubblico, a parte l’ultimo bis (“Se telefonando” appunto) in cui il bassista abbraccia Francesca (che dopo aver collaborato nel loro primo disco “Spazio” era sparita per tornare in occasione dell’ultimo disco) e dichiara che 10 anni fa si conobbero e iniziarono la carriera insieme, ma litigarono (“e tanto …” sottolinea lei) e si persero di vista, per ritrovarsi ora e decidere di continuare a far musica insieme (qui sono entrambi commossi).
In concerto presentano anche le cover che hanno proposto nei loro dischi, una per album: “Prendila così” di Battisti, in un dub lento, strascicato, suadente e molto sensuale, “Un’ estate fa” di Bruno Martino, incalzante e ritmatissima, ma il momento clou, o uno dei tanti, viene in quella che tutti pensano sia la fine del concerto (cui invece seguiranno 2 bis), quando tutti i ragazzi escono dal palco e lasciano la cantante sola, con una base di batteria elettronica e un sintetizzatore, a cantare sotto i riflettori la speranzosa “Ritornerai” di Bruno Lauzi... gran momento!
Secondo me, Mina oggi li chiama...
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