Ho sempre adorato gli scambi interculturali, specialmente quando questi sono ricchi di bionde con gli occhi azzurri e con un fisico mozzafiato (:P)! Ed è così che ho conosciuto la mia ragazza cittadina di uno dei paesi più caldi (come accoglienza) d'Europa: la Polonia. Studiando un po' le tradizioni e la cultura musicale di questo tanto meraviglioso quanto dimenticato paese, ho scoperto che questi fratelli d'Europa sono dei rocchettari sfegatati!
Esistono molti gruppi, figli di quegli anni '70 che tanto hanno dato alla musica internazionale, che si rifanno alla tradizione hard blues che ha fatto sognare intere generazioni.

Ed è così che passeggiando con la mia ragazza per le strade di Krakòw (Cracovia) durante il periodo natalizio (raga un consiglio: Cracovia è bellissima e costa poco, non fatevela scappare, cambio euro-zloty 1 a 4) le ho posto una domandina: "ma che musica ascoltate in Polonia e quali sono i gruppi di punta del vostro panorama musicale?". Lei s'impettisce subito (capite bene che quando si è impettita il mio sguardo si è distolto dalla bellezza della città per posarsi su ben altre bellezze!), mi prende per mano e mi porta verso una bancarella che vendeva cd musicali.
Subito dopo preleva un cd di un gruppo di nome DZEM (equivalente di "jam") dal titolo Detox e me lo porge. In realtà il pacchetto che mi ha consegnato comprendeva due dischi del gruppo: uno fine anni '70 e l'altro Detox (inizi '90). Mi ha poi spiegato che il gruppo è un'istituzione in Polonia e che la figura del cantante Ryszard Riedel (oramai non più in vita, deceduto negli anni '90 per overdose) è considerata al pari di "un poeta" (tipo De Andrè) per la profondità dei testi prodotti.
Tutto ciò che dovevo fare era solo infilare il cd nel lettore e schiacciare il tasto play. E così fu!

Il gruppo Dzem si può suddividere in due periodi temporali: il periodo con Riedel ed il post Riedel. Va subito detto che il periodo post mortem del cantante e mente del gruppo è tranquillamente trascurabile. Detox è una fusione di blues, funk, ragga, Led Zeppelin, The Doors e giù di lì. Avviato il disco si viene accolti da un assolo di chitarra acustica pizzicata molto introspettiva. È affascimante sentire suonare questi ragazzi un "po' attempati" polacchi. Davvero non immaginavo tanta grinta e gusto musicale.
Il disco prosegue tra ritmiche blues, strumentali arpeggi di chitarra senza stravolgere più di tanto i "canovacci" previsti per quella tipologia di musica. La voce di Riedel è davvero eccezionale, travolgente, ricca, roca, a tratti supplicante, a tratti rabbiosa ed incisiva, evocando locali fumosi dove bere l'amato whiskey e meditare su sé stessi... non ha nulla da invidiare ad i migliori bluesmen americani.

La mia ragazza mi traduce i testi del disco che puntano il dito sulla solitudine dell'essere umano, sull'emarginazione, sull'incomunicabilità e sul riuscire a trovare conforto solo nelle proprie piccole cose (piccole cose che non son bastate a salvare, evidentemente, la vita dell'ottimo Riedel). Così si arriva in momenti di profonda intimità verso colei che ha generato una vita che mal si adatta alla realtà in List Do M (lettera alla madre), quasi alla ricerca della propria radice, del proprio amore incestuoso e tenero al tempo stesso. Si approda a momenti di tecnicismo in brani come Mamy Forse Mamy Czas (dove ironicamente si ribadisce il concetto di avere soldi e tempo per "corrompersi" dentro); alla toccante Sen O Victorii, tenue ballad blues.
Questo è Detox... una grande e intima lettera di addio del buon Riedel. Peccato.
Il disco non è un capolavoro assoluto, beninteso, anche perché i testi danno il "carico da novanta" e quelli, purtroppo, sono compresi solo dai locali! A me resta il gusto di aver ascoltato un disco affascinante di uno dei gruppi più famosi della Polonia.

Al termine dello scambio la mia ragazza mi domanda: "quali sono i gruppi che più ascoltate in Italia?"... sudo freddo, penso a Paola e Chiara, Gigi D'Alessio, dj Francesco, Eros Ramazzotti, le Lollipop, Cristina D'Avena... sbianco, stringo i denti... una lacrima mi scende giù dal viso... Toto Cutugno... azzz... mi vien da vomitare... Baglioni... ODDIO NON SO RISPONDERE... la guardo e le dico: "non mi parlare in polacco che non ti capisco, cos'è che hai detto?"

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